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Messico


Etimologia


Comunità italiana


Gli Italo-messicani


Chipilo

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Nome ufficiale:       Estados Unidos Mexicanos
Lingue ufficiali:     Spagnolo e altre 68 lingue nativo
Capitale:             Città del Messico (8.851.080 ab./2010)
Forma di governo:     Repubblica presidenziale federale
Presidente:           Enrique Peña Nieto
Indipendenza:         dichiarazione: 15 settembre 1810; celebrazione 15 e 16 settembre             1810(dalla Spagna)
Ingresso nell'ONU:    21 novembre 1945
Superficie::          1972 550 km²
Popolazione:          117.409.830 ab. (2013)
Nome degli abitanti:  Messicani
Continente:           America del Nord
Confini:              Stati Uniti d'America, Belize e Guatemala
Valuta:               Peso messicano




 



 ll Messico

L'insediamento umano in questo territorio risale a più di 30.000 anni fa; da allora si succedettero svariati popoli, sia agricoltori della mesoamerica sia nomadi. Dopo la conquista spagnola, il Messico cominciò la sua lotta per l'indipendenza politica nel 1810. In seguito, per quasi un secolo, il paese è stato coinvolto in una serie di guerre interne e di invasioni straniere che hanno avuto un impatto forte in tutti gli ambiti della vita messicana. Per la maggior parte del XX secolo (principalmente per la prima metà) si assistette a un periodo di forte crescita economica nel contesto di una politica dominata da un unico partito politico.


Per volume di prodotto interno lordo (PIL) nominale, il Messico è considerata la quattordicesima economia mondiale.[3] Tuttavia, la distribuzione della ricchezza è così diseguale che nel paese convivono indici di sviluppo umano che possono variare fra parametri paragonabili a quelli di nazioni sviluppate come la Germania[6] e altri più vicini a quelli del Burundi. Per una buona parte del XX secolo la principale fonte di ricchezza del paese è stato il petrolio, anche se il processo di industrializzazione del paese ha permesso il diversificare dell'economia. Le rimesse dei lavoratori all'estero sono aumentate di anno in anno, rappresentano il 3% del PIL e un'importante fonte di valuta estera per il paese, accanto ai proventi delle esportazioni di petrolio e del turismo.  Il Messico è una potenza regionale e il solo paese dell'America Latina ad essere membro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sin dal 1994.   L'insediamento umano in questo territorio risale a più di 30.000 anni fa; da allora si succedettero svariati popoli, sia agricoltori della mesoamerica sia nomadi. Dopo la conquista spagnola, il Messico cominciò la sua lotta per l'indipendenza politica nel 1810. In seguito, per quasi un secolo, il paese è stato coinvolto in una serie di guerre interne e di invasioni straniere che hanno avuto un impatto forte in tutti gli ambiti della vita messicana. Per la maggior parte del XX secolo (principalmente per la prima metà) si assistette a un periodo di forte crescita economica nel contesto di una politica dominata da un unico partito politico.

 

Per volume di prodotto interno lordo (PIL) nominale, il Messico è considerata la quattordicesima economia mondiale. Tuttavia, la distribuzione della ricchezza è così diseguale che nel paese convivono indici di sviluppo umano che possono variare fra parametri paragonabili a quelli di nazioni sviluppate come la Germania e altri più vicini a quelli del Burundi. Per una buona parte del XX secolo la principale fonte di ricchezza del paese è stato il petrolio, anche se il processo di industrializzazione del paese ha permesso il diversificare dell'economia. Le rimesse dei lavoratori all'estero sono aumentate di anno in anno, rappresentano il 3% del PIL e un'importante fonte di valuta estera per il paese, accanto ai proventi delle esportazioni di petrolio e del turismo.
Il Messico è una potenza regionale e il solo paese dell'America Latina ad essere membro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sin dal 1994.




 


Il Messico (spagnolo: México; nahuatl: Mēxihco), ufficialmente gli Stati Uniti Messicani (spagnolo: Estados Unidos Mexicanos; nahuatl: Mēxihcatl Tlacetilīlli Tlahtohcāyōtl), è una democrazia rappresentativa composta di 31 Stati federali e un Distretto Federale che occupa la parte meridionale dell'America Settentrionale. Secondo l'attuale costituzione, la sede dei poteri della federazione e capitale dello Stato è Città del Messico, il cui territorio è stato designato come il Distretto Federale.  Il Messico è delimitato a nord dal confine con gli Stati Uniti d'America, a est dal golfo del Messico e dal mare Caraibico, a sud-est da Belize e Guatemala, e a ovest dall'oceano Pacifico. Si estende su di una superficie di 1.972.550 km² (al quattordicesimo posto tra gli stati più estesi del mondo) ed è popolato da 117.409.830 persone,[5] il che lo rende il più popoloso paese di lingua spagnola. Lo spagnolo convive in Messico con molte lingue indigene, ufficialmente riconosciute.

 

 

 

 

 

 

 Etimologia

 





Dalla sua creazione come Stato federale, il nome ufficiale del paese è Stati Uniti Messicani, anche se nella costituzione del 1824 venivano utilizzate indiscriminatamente le espressioni "Nación Mexicana" e "Stati Uniti del Messico" (Nación Mexicana e Estados Unidos Mexicanos). La costituzione del 1857 ufficializzò l'uso del nome Repubblica Messicana, però nel testo si usava anche l'espressione Stati Uniti Messicani. La costituzione vigente, promulgata nel 1917, stabilisce che il nome ufficiale del Paese sia Stati Uniti Messicani. 

 

Di solito succede quando sei in mezzo alla folla assorto nella tua quotidianità. Stai camminando per la strada, salendo su un autobus o scegliendo la frutta al mercato. Pensi a molte cose. Ad un tratto però il mondo sparisce e ti soffermi su quegli occhi scuri incredibilmente femminili, dolci, a volte malinconici.

La ragazza messicana è lì a pochi passi da te. Tu ti chiedi come quegli occhi possano comunicare tanto; ci vedi tutto il Messico la sua terra, le sue città, la sua storia e il suo destino. Eppure quegli occhi sono così semplici e sembrano dire modestamente: sono qua, esisto. Poi l'incantesimo svanisce e il mondo continua nella sua frenesia. 

A te resta un po' di poesia e ti rendi conto che la bellezza esiste anche se non riesci bene a definirla. L'aspetto fisico delle donne messicane è frutto della storia di questo paese che ha visto il suo momento più importante nella fusione delle etnie precolombiane con quella europea.

Anche se non si possono fare differenze nette perché i due sangui si sono ampiamente mescolati nei secoli ci sono ragazze che dimostrano prevalentemente gli originari tratti indigeni e altre quelli europei (spagnoli). Ai miei occhi di europeo le ragazze indigene appaiono decisamente esotiche e quindi più belle. 

In genere sono piccole di statura (anche se ogni tanto si incontra qualche stangona), la pelle è del color del miele, un colore così particolare che credo sia  difficile da ottenere in un centro abbronzature. I capelli e gli occhi neri.

Una ragazza latina si distingue dai grandi occhi espressivi o dal taglio simile a quello degli orientali. Il naso è più piccolo rispetto a quello di noi europei. Il corpo minuto, proporzionato, dalle curve gentili. La fisionomia europea si distingue invece dalla bianchezza della pelle, dai tratti del volto più marcati e dal colore dei capelli e degli occhi che può essere più chiaro.Nella pubblicità, nelle telenovele, in televione lo stereotipo di bellezza femminile proposto è la donna bianca, molto spesso bionda.

Molti si chiedono se le donne messicane sono baffute come Frida Kahlo come affermò qualche anno fa Tiziano Ferro a “Che tempo che fa.” Come potete immaginare ho dedicato molte energie per risolvere questo spinoso problema che attanaglia l'umanità intera.

Dalle mie metodiche osservazioni posso affermare che a soffrire di baffetti è una piccola parte dell'universo femminile sono signore di mezza età, di bassa cultura ed è questo un tipico indizio che il loro matrimonio è fallito, hanno gettato la spugna e non gliene frega più niente di essere belle. It's the same to Italy. Tutte le altre donne se ne guardano bene. Dunque le donne sono belle? Le donne belle qui sono eccezionalmente belle.  

 



Tutte?  No, non tutte. Credo che lo potrebbero essere in numero maggiore però il Messico è (sic!) il secondo paese dopo gli Stati Uniti con il più alto indice di obesità. Fate voi. Cattive abitudini alimentari e sedentarietà fanno a pezzi il potenziale di bellezza (e di salute) di molte donne. Come vestono le ragazze? Se volete vedere ragazze in tiro è sufficiente passeggiare il sabato sera in centro nella zona dei locali e dei merenderi.

Tacchi alti, minigonne spesso accompagnate da un pantaloncino nero aderente che arriva al ginocchio. Top dalla scollatura generosa, accessori scelti con cura. I jeans che vanno di moda in questo periodo sono piuttosto stretti e rivelano perfettamente la forma della gamba. I genere quelle che usano i pantaloni li accompagnano con stivali o stivaletti.

Il trucco è simile a quello delle europee ma su di loro si vede differente, rossetto, occhi delineati, mascara, unghie lunghe, smaltate, a volte con qualche disegno. 

Anche i tatuaggi sono piuttosto comuni; cose eleganti come fiorellini farfalle ecc. Sappiamo che si scelgono i vestiti e gli accessori per valorizzare il corpo e per esprimere la nostra personalità e i nostri atteggiamenti. Esistono qui ragazze che però non ragionano così.

Se la tal attrice in televisione andava vestita in un certo modo loro la copiano alla lettera senza farsi scrupoli con risultati non sempre buoni.  Ma questo è niente. Ciò che mi ha davvero colpito in alcune ragazze è una pratica drastica che consiste nel depilarsi completamente le sopracciglia farsele successivamente tatuare. Durante la settimana invece le donne vestono più comodamente con pantaloni e magliette di cotone.  Ogni tanto mi sorprendo nel vedere una maglietta azzurra con la scritta Italia. Si dice che le ragazze più belle del Messico siano quelle della città di Gudalajara nello stato di Jalisco.

 

 

 





Il Messico deriva da Mēxihco, nome con il quale gli Aztechi designavano la loro capitale. Ci sono diverse ipotesi circa il significato della parola "Mēxihco”. Un'etimologia proposta suggerisce. La parola chepotrebbe essere interpretato come "luogo [dove vive] Mēxitli o Mēxtli", un nome della divinità della guerra degli Aztechi.

Un'altra corrente individua le parole metztli (luna), xictli (centro) e -co (in, il posto): in questo modo il nome Messico significherebbe Nel centro della Luna o Nel centro del lago della luna.

Tuttavia quest'ultima interpretazione è scarsamente riconosciuta. Alcuni autori (soprattutto in Spagna) preferiscono la variante Méjico al vero e corretto termine México.Entrambe le forme sono ritenute corrette dalla lingua spagnola che, comunque, suggerisce la forma México e l'uso della "x" in tutte le parole da essa derivate. Storicamente, la maggior parte dei Paesi di lingua spagnola usa la "x".  La parola che potrebbe essere interpretato come "luogo [dove vive] Mēxitli o Mēxtli", un nome della divinità della guerra degli Aztechi. Un'altra corrente individua le parole metztli (luna), xictli (centro) e -co (in, il posto): in questo modo il nome Messico significherebbe Nel centro della Luna o Nel centro del lago della luna.

 

Tuttavia quest'ultima interpretazione è scarsamente riconosciuta. Alcuni autori (soprattutto in Spagna) preferiscono la variante Méjico al vero e corretto termine México.Entrambe le forme sono ritenute corrette dalla lingua spagnola che, comunque, suggerisce la forma México e l'uso della "x" in tutte le parole da essa derivate. Storicamente, la maggior parte dei Paesi di lingua spagnola usa la "x">Il passato americio del Messico mostra una grande diversità di civiltà. Come il resto d'America, i primi abitanti del paese furono probabilmente dei cacciatori asiatici che attraversarono lo Stretto di Bering al momento delle grandi glaciazioni. Il territorio messicano fu abitato da cacciatori e raccoglitori a partire da circa 30.000 anni fa. L'agricoltura iniziò a svilupparsi nel IX millennio a.C., anche se la coltivazione del mais, la più importante della regione, non iniziò fino al V millennio a.C. Il vasellame, importante segno della nascita di una società sedentaria, fu introdotto attorno al 2500 a.C., che viene accettata come data di inizio della civiltà mesoamericana. Mentre le popolazioni del deserto del nord continuarono a sopravvivere grazie a caccia e raccolta, nella parte meridionale del Messico l'agricoltura permise la transizione dalle società egalitarie del periodo preclassico antico (tra il XXV e il XVI secolo a.C.) - basate sulle differenze di genere, età e parentela - alle società più complesse del periodo preclassico mediano.

 








 

Comunità italiana

 
L'emigrazione italiana in Messico fu di modesta entità fino all'Ottocento. Dopo l'indipendenza dall'Impero spagnolo le autorità del Messico promossero una immigrazione selezionata dall'Italia, specialmente dalle regioni settentrionali come il Veneto, la Lombardia, il Trentino e l'Alto Adige.
 
Circa 3000 Italiani si trasferirono nel secolo XIX in sette zone agricole del Messico, ma attualmente solo quattro continuano ad avere colonie di Italo-messicani: Chipilo (Puebla)[2], Huatusco/Zentla (Veracruz)[3], Ciudad del Maíz (San Luis Potosí) e La Aldana (Distretto Federale Messicano). A fine secolo vennero alcuni gruppi di Italiani (con un certo livello di ricchezza) che investirono in tenute agricole, impiegando i locali contadini messicani, come a Nuova Italia ed a Lombardia (Michoacán). Nel Novecento l'emigrazione dall'Italia si esaurì e le comunità italiane esistenti furono quasi completamente assimilate, data la loro relativamente esigua consistenza. Comunque ancora oggi vi sono località di Italo-messicani che si identificano con il loro dialetto originario, come a Colonia Manuel Gonzalez/Zentla (Trentini) ed a Chipilo (Veneti)  La comunità dei Messicani con ascendenza italiana raggiunge circa 300.000 persone ed ha ottenuto livelli di massima importanza nella società messicana.  Uno dei più rinomati è Daniel Mastretta che ha creato nel 2008 la prima macchina sportiva prodotta su scala industriale nel Messico: la Mastretta MXT. Immigrati italiani à Monterrey.





Gli Italo-messicani

Gli Italo-messicani sono gli Italiani emigrati in Messico e i loro discendenti. La storia dell'emigrazione italiana in Messico ha inizio durante il periodo dell'Impero spagnolo. I primi italiani che sono arrivati in terra messicana sono stati i francescani e i domenicani che accompagnavano i religiosi spagnoli nella campagna di conquista delle Americhe. Il periodo che vide più italiani emigrare in Messico fu la fine del XIX secolo, dove erano per la maggior parte provenienti dai territori del nord d'Italia.
Al Messico necessitavano immigrati al fine di ripopolare il paese subito dopo l'indipendenza, si iniziarono quindi campagne di incentivamento alla immigrazione europea. Però sotto pressione dei movimenti armati del paese si respinse la proposta di accettare spagnoli, francesi, inglesi e anglo-americani. L'unica opzione che aveva il Messico di ripopolare il paese era l'immigrazione di popolazioni provenienti dall'Italia, dall'Austria e dalla Svizzera. I liberali approvarono la proposta di fondare colonie italiane nel territorio messicano ma diedero numerose condizioni, si accettarono solo quelle popolazioni che avevano padronanza del lavoro agricolo e di allevamento, che erano cristiane (cattoliche) e di buona salute e costituzione fisica. Si volle comunque evitare una immigrazione massiva e intenta alla riconquista europea del territorio nazionale. La comunità italiana era considerata dal governo spagnolo come la meno pericolosa, il 16 febbraio 1854 si firmò il primo decreto che regolamentava l'immigrazione in Messico, duecento coloni veneti, lombardi e piemontesi si stabilirono a Papantla, Veracruz, dove furono defreaudati dalle autorità locali dopo un lungo viaggio da Genova a Veracruz. Sul suolo di Veracruz si studiò il comportamento e l'adattamento dei coloni cercando così la fondazione di nuove colonie di immigrati italiani. La colonia di Gut  iérrez Zamora fu la prima che si consolidò come un eccellente progetto di immigrazione del Veneto; sul modello di questa se ne crearono altre dalla stesse caratteristiche negli altri stati del paese. Secondo i dati dell'AIRE aggiornati al 2012 gli italiani residenti in Messico sono 13.409,[1] l'immigrazione italiana non ha attecchito come nelle altre nazioni del Sudamerica (Brasile, Argentina, Uruguay e Venezuela), ma si è stimato che 1.850.000 messicani hanno antenati italiani immigrati dalla metà del diciannovesimo all'inizio del ventesimo secolo

 

 Gli Italo-messicani tra i più rinomati vi sono:

    Leandro Augusto, calciatore
    Katie Barberi, attrice
    Eder Borelli, calciatore
    Jared Borgetti, calciatore
    Luigi Casola, ciclista e sportivo
    Felipe Colombo, attore e musicista
    Duilio Davino, calciatore
    Aldo De Nigris, calciatore
    Antonio De Nigris, calciatore
    Nadia Di Cello, attrice
    Peppino Garibaldi, generale e politico
    Manuel María Lombardini, politico, ex-Presidente
    Ángeles Mastretta, scrittrice e giornalista
    Daniel Mastretta, imprenditore
    Luis Miguel, cantante
    Tina Modotti, artista
    Rodolfo Neri Vela, astronauta della NASA
    Mario Pani, architetto
    Maite Perroni, attrice e cantautrice
    Raúl Servín, calciatore

    Carlos Torre Repetto, scacchista
    Jorge Volpi, scrittore

 


Rodolfo Neri, un Italo-messicano astronauta della NASA

 



Rodolfo Neri Vela è un ex astronauta messicano.
Data di nascita: 19 febbraio 1952 (età 63), Chilpancingo de los Bravo, Messico
Missioni spaziali: STS-61-B

Primo volo nello spazio: STS-61-B
Agenzia spaziale: NASA
Studi: Università di Birmingham, Università Nazionale Autonoma del Messico




 
L' emigrazione vera e propria di Italiani nel Messico iniziò con il governo di Porfirio Díaz, che decise di promuovere la venuta di Europei per popolare il Messico e bilanciare la maggioritaria popolazione amerindia. Il progetto originario delle autorità messicane prevedeva l'arrivo di 200.000 emigranti italiani in alcuni decenni. Tra il 1858 ed il 1924 il governo messicano autorizzò la venuta di sei navi dall'Italia con coloni emigranti, quasi tutti originari da regioni del Nord Italia.

Nel 1858 sbarcarono da queste navi i primi 232 Italiani, nel 1881 altri 428, seguiti nel 1882 da un grosso contingente di 1.693 e nel 1883 dagli ultimi 605. Solo nel 1900 arrivarono circa mille lavoratori temporanei per costruire una ferrovia e nel 1924 sbarcarono a Veracruz gli ultimi 300 emigranti italiani

 

Cioè poco più di 4.000 Italiani si radicarono nel Messico, quando negli stessi anni milioni di Italiani emigrarono in tutto il mondo nella cosiddetta diaspora italiana.  Nel 1855, le ragioni di questo esiguo numero vanno ricercate in molteplici fattori, dalla politica selezionatrice del governo messicano (che rifiutò le masse povere dei contadini dal Sud Italia) alle continue rivoluzioni e sommosse del Messico (spesso nazionaliste e xenofobe). Gli immigrati dal Sud Italia scelsero di cercare opportunità in Sud America e abbandonarono l'idea di fondare fattorie in Messico. Solo alcuni siciliani arrivarono qualche anno più tardi sul suolo messicano, provenendo dagli Stati Uniti.
Le colonie italiane create in Messico furono sette ed ebbero alterne fortune: dopo pochi anni o decenni fallirono "Aldana", "Barreto", "Porfirio Díaz", "Nueva Italia" e "Diez Gutiérrez", mentre sopravvisse la colonia fondata dai trentini a Veracruz con il nome "Colonia Manuel Gonzalez", oggi Huatusco/Zentla, e quella veneta a Chipilo vicino Puebla. A queste comunità delle colonie si aggiunsero centinaia di italiani sparsi per tutto il Messico, come quelli di Monterreyed ovviamente della capitale.

 

Chipilo

Chipilo è un caso unico nell'emigrazione messicana poiché mantiene ancora oggi una numerosa comunità (circa i 2/3 del totale cittadino di 5.000 abitanti) che parla il veneto in famiglia.


Gli Italiani di Chipilo in passato si sono caratterizzati da un notevole attaccamento per il Regno d'Italia, al punto di chiamare "Monte Grappa" la collina sovrastante la cittadina (dove gli emigrati fecero un feroce combattimento contro rivoluzionari xenofobi).
Torre de Rectoría della Città Universitaria dell'UNAM di Città del Messico, progettata dall'architetto Italo-messicano Mario Pani e dal 2007 iscritta dall'UNESCO nel Patrimonio culturale dell'Umanità.

Infatti il 25 gennaio 1917 un centinaio di Italiani di Chipilo tennero testa a circa 4.000 rivoluzionari xenofobi di Emiliano Zapata, trincerandosi nella collina battezzata "Monte Grappa": il Presidente del Messico Carranza nominò "generale" Giacomo Berra Zancaner, il capo degli Italiani di Chipilo, per questo successo che  successivamente venne celebrato anche dalla stampa del Regno d'Italia e dal Fascismo