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Nome ufficiale:     República Bolivariana de
                    Venezuela

Lingue ufficiali:   Spagnolo
Altre lingue:       Lingue arawak, lingue caribe
Capitale:           Caracas  (5.905.463 ab. / 2009)
Forma di governo:   Repubblica presidenziale
Presidente:         Nicolás Maduro
Indipendenza:       5 luglio 1811 Dalla Spagna
Ingresso nell'ONU:  15 novembre 1945
Superficie:         916.445 km²
Popolazione:           28.979.857







 


Prima della scoperta nell'Ottocento di enormi giacimenti di petrolio nel Venezuela, l'emigrazione di italiani in questo Stato sudamericano fu molto limitata.

Solamente alcune centinaia di italiani (come il geografo Agostino Codazzi) vi arrivarono in epoca coloniale (durante la dominazione spagnola) e negli anni delle guerre d'indipendenza condotte da Simon Bolivar.









 

 

 

Simon Bolivar

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Il Venezuela (nome ufficiale in spagnolo: República Bolivariana de Venezuela, in italiano: Repubblica Bolivariana di Venezuela) è una repubblica federale e democratica situata nel nord dell'America Meridionale. Fa parte dell'America Latina o Latinoamerica. Fu il primo Stato latinoamericano a emanciparsi dalla Corona spagnola e proclamare la propria indipendenza il 5 luglio 1811. Ha per capitale Caracas.
Il Paese, oggi strutturato in 23 Stati e un distretto federale (attualmente definito Distrito Capital), è delimitato a nord dal Mar dei Caraibi (che a sua volta comprende la frontiera marittima con la Repubblica Dominicana, Aruba, Antille Olandesi, Porto Rico, Isole Vergini, Martinica, Guadalupa e Trinidad e Tobago), a est confina con la Guyana, a sud e a sud-est con il Brasile, a ovest e a sud-ovest con la Colombia. Il Venezuela si estende su una superficie terrestre totale di 916.445 km², comprensiva della cross continentale, dell'isola di Margarita e delle Dipendenze federali venezuelane. Il punto più settentrionale del suo territorio è rappresentato dall'isola di Aves. Il Paese esercita la sovranità su 860.000 km² di superficie marina sotto il concetto Zona economica esclusiva. Il Venezuela ha anche una storica controversia territoriale con la Guyana su una superficie di circa 159.500 chilometri quadrati compresi nella Guayana Esequiba situata lungo il confine orientale, designata come Zona en Reclamación.

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Il territorio facente attualmente parte del Venezuela fu abitato da alcuni gruppi tribali amerindi fra cui i caribe e i arawac. Fu scoperto da Cristoforo Colombo, al servizio di Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona, nel 1498. Da questo periodo comincia la colonizzazione da parte della Spagna e il processo di mescolanza etnica e culturale. Dopo la proclamazione dell'indipendenza e per buona parte dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, a causa dell'instabilità interna e di una serie di lotte civili, il Venezuela non riuscì ad avere uno sviluppo economico soddisfacente. Fu solo a partire dalla seconda metà degli anni quaranta del Novecento, con la massiccia immigrazione europea (tra cui molti italiani) e lo sfruttamento intensivo delle proprie risorse minerarie (e in particolare del petrolio) che cominciò rapidamente a modernizzarsi, sperimentando una forte crescita economica. Sul finire degli anni cinquanta del XX secolo, all'indomani della cad
uta del dittatore Marcos Pérez Jiménez (1958) si impose nel paese un sistema di governo democratico, in vigore fino ai nostri giorni. Il Venezuela è ancor oggi considerato un paese in via di sviluppo con un'economia basata principalmente sulle operazioni di estrazione, raffinazione e commercializzazione del petrolio e di altre risorse minerarie. L'agricoltura riveste ormai una scarsa importanza mentre l'industria ha avuto negli ultimi decenni uno sviluppo diseguale (in gran parte è ancora un'industria di assemblaggio e montaggio).

È considerato come uno dei 17 paesi con la maggiore diversità ecologica nel mondo, con una geografia variegata che combina regioni tropicali, climi desertici, giungle, ampie pianure e ambienti andini. In questo Stato si trova la più grande area protetta dell'America Latina (nota come: Zone soggette a regime di amministrazione speciale), che copre circa il 63% del territorio nazionale.



La sua popolazione conta circa 28 milioni di abitanti (2008)[7] in gran parte meticci nati dall'incrocio delle etnie indigene sia con bianchi di origine generalmente ispanica sia con creoli e africani. Sono presenti nel Paese anche molti europei (spagnoli, italiani e portoghesi in particolare) e loro discendenti, mentre gli indigeni allo stato puro e gli asiatici rappresentano una parte trascurabile della popolazione. La multietnicità del Venezuela ha fortemente influenzato sia la sua vita sociale e culturale sia l'arte.








 

 

 

 


L'attuale capo dello Stato è Nicolás Maduro.

 

Nicolás Maduro Moros (Caracas, 23 novembre 1962) è un politico e sindacalista venezuelano.

È Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela[1] dal 14 aprile 2013, dopo aver ricoperto il medesimo incarico dal 5 marzo 2013 al 14 aprile 2013 ad interim. È stato Ministro degli esteri dal 2006 al gennaio 2013 e vicepresidente del Venezuela dall'ottobre 2012 al 5 marzo 2013.


Nicolás Maduro nasce nel 1962 a Caracas. Ex militante della Lega Socialista, lavora come autista per la Metropolitana di Caracas, dove fa carriera sindacale e come sindacalista è membro del consiglio di amministrazione dell’azienda pubblica di trasporti di Caracas. Tra i fondatori del Sitrameca (Sindacato Metro de Caracas), si avvicina negli anni novanta alla figura carismatica di Hugo Chávez, in procinto di candidarsi alla guida del Venezuela. Maduro è di religione cattolica, ed è di origini ebraiche sefardite per parte di padre. Nel 2012 è stata riportata la notizia che sarebbe anche un seguace del guru indiano Sathya Sai Baba.

Cristoforo Colombo scoprì la regione nel suo terzo viaggio, il 2 agosto 1498[10]. La Spagna inglobò il Venezuela nel suo vasto impero americano nel corso del XVI secolo, anche se l'esplorazione del paese poté dirsi compiuta solo nei primi decenni dell'Ottocento. Pochi spagnoli vi si trapiantarono per via del clima subtropicale, preferendo generalmente vivere nelle montagne andine degli attuali stati del

 

Táchira, Mérida e Trujillo.

Un primo tentativo di colonizzazione tedesca del Venezuela venne realizzato nel XVI secolo dalla famiglia tedesca di Anton e Bartholomeus Welser, per conto degli imperatori del Sacro Romano Impero di Germania. Tra il 1528 e il 1556 la Germania acquisì di fatto nuovi territori in Venezuela. Altri punti furono l'isola di Arguin lungo le coste atlantiche della Mauritania (acquisite dal Brandeburgo il 5 ottobre 1685, la Prussia le avrebbe perse il 7 marzo 1721 in favore della Francia). Il processo di colonizzazione non fu senza incidenti: gli spagnoli combatterono numerose ribellioni di indigeni locali, la più importante fu quella comandata da Guaicaipuro nel 1560 e da Quiriquires nel 1600. L'ordine coloniale fu definitivamente imposto verso la fine del XVI secolo, con la costruzione del cabildo e della chiesa. Allo stesso tempo, cominciò un processo di mescolanza razziale nel territorio, che definì il profilo sociale del paese. Cominciarono le attività commerciali e l'estrazione di risorse naturali fiorirono; in particolar modo fiorirono le esportazioni di cacao, caffè e tabacco, mentre al contempo cominciarono attacchi pirateschi come quello di Henry Morgan a Maracaibo nel 1669.

Le province esistenti, allora governate alternativamente dalla Audiencia Reale di Santo Domingo e da quella di Bogotá, entrarono a far parte del Vicereame della Nuova Granada nel 1717, e divennero autonome nel 1777 con la formazione della Capitaneria Generale del Venezuela. La nuova unione politica fu consolidata con la creazione della Reale Audiencia di Caracas nel 1786.



       La comunità italianaFoto

Italo-venezuelani in Venezuela. Aree del Venezuela dove la comunità italiana è concentrata.
Il Ministero degli affari esteri italiano calcola che, fra la fine della Seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni settanta del Novecento, siano immigrati in Venezuela oltre 250.000 italiani[14], che, in massima parte, si insediarono in forma permanente nel paese latinoamericano. Tale corrente migratoria, che raggiunse le sue punte più alte negli anni 1949 - 1960 (con oltre 220.000 emigrati), diminuì drasticamente negli anni sessanta del Novecento, per convertirsi in un fenomeno assolutamente marginale nei decenni successivi (durante i quali si sono verificati anche dei periodi con saldi positivi a favore dell'Italia).

Secondo l'Ambasciata d'Italia a Caracas, sono poco meno di duecentomila (2005) gli italiani residenti nel paese, cui vanno aggiunti altri ottocentomila loro discendenti (considerando anche quelli di origini "miste"), o forse più. Questi ultimi, per la normativa locale, sono considerati venezuelani a tutti gli effetti essendo nati in Venezuela. A tale poderosa colonia, costituita da circa un milione di membri, vanno aggiunti anche alcuni italo-venezuelani di ascendenze italiche più lontane, come l'ex-presidente Jaime Lusinchi (di origine corso-italiana), che governò il paese negli anni ottanta del Novecento.

Le zone che hanno accolto il maggior numero di immigrati provenienti dall'Italia sono quelle centro-settentrionali e, in primo luogo, Caracas, la capitale (Distretto federale e parte dello Stato Miranda), che riuniva, agli inizi degli anni settanta, i due terzi dell'intera comunità (140.000 su 210.000 circa). Seguivano, nell'ordine, gli Stati Zulia (17.000 unità) e Aragua (13.000 unità). Collettività di una certa consistenza erano presenti anche negli Stati Bolívar (10.000), Lara (9.000) e Carabobo (8.500).

Va segnalato che l'immigrazione italiana in Venezuela fu di carattere quasi esclusivamente urbano, non rurale (o misto, come in Argentina e Brasile) e coinvolse al 90% le regioni meridionali (mentre in Argentina vi fu un forte apporto anche di liguri, piemontesi e friulani e in Brasile di veneti). Attualmente molti oriundi italiani (fra cui prevalgono ormai quelli di seconda e terza generazione) occupano posizioni sociali ed economiche di primaria importanza in Venezuela.

Negli anni venti gli italiani nel Venezuela erano circa 5.000 e molti erano integrati perfettamente nei ceti sociali più abbienti di Caracas, la capitale.
Nella seconda metà degli anni quaranta il ministro della difesa venezuelano Marcos Pérez Jiménez, poi presidente del paese (1952-1958), promosse l'immigrazione dall' Europa devastata dalla seconda guerra mondiale. Quasi un milione di stranieri si trasferirono in Venezuela, in grande maggioranza provenienti dal vecchio continente, e fra questi oltre 252.000 italiani.

Gli italiani nel censimento del 1961 costituivano la comunità straniera più numerosa del Venezuela, precedendo sia quella spagnola che portoghese.
Nel 1976 ufficialmente vi erano 210.350 residenti italiani e 25.858 italianos naturalizados (ossia italo-venezuelani che avevano preso la cittadinanza venezuelana) Aree del Venezuela dove la comunità italiana è concentrata
Marisa Vannini calcolava che negli anni ottanta gli Italo-venezuelani erano circa 400.000, includendo (oltre agli italiani emigrati dall'Italia) più di 120.000 discendenti di seconda e terza generazione

La lingua italiana nel Venezuela sta influenzando con modismi e loanwords lo spagnolo venezuelano e viene studiata con interesse sempre maggiore da molti italo-venezuelani delle nuove generazioni.

Lo storico Santander Laya-Garrido ha stimato che i venezuelani con almeno un nonno (o bisnonno) emigrato dall'Italia erano quasi un milione nel 2000. Questo è il caso di Raúl Leoni, presidente dal 1963 al 1969, il cui nonno era un massone italiano rifugiatosi a Caracas a metà Ottocento.
Gli italiani residenti ufficialmente nel Venezuela sono circa 130.000, a causa della mortalità, dei rimpatri, delle naturalizzazioni e, a partire dagli anni novanta, anche a causa di una grave crisi economica. Quest'ultima è coincisa, secondo taluni, con l'ascesa al potere del presidente Hugo Chávez (eletto nel dicembre 1998). Malgrado le difficoltà sociali ed economiche che il Venezuela affronta, la comunità italiana continua a dare il suo contributo vitale al Paese,

Gli Italo-venezuelani occupano un posto di assoluto rilievo nella società venezuelana, secondo l'Ambasciata italiana, dagli anni sessanta circa 1/3 delle industrie venezuelane, non collegate all'attività petrolifera, sono di proprietà e/o amministrate da italiani e loro discendenti

Nella comunità italiana, la più importante del Paese insieme a quella spagnola, si annoverano Presidenti della Repubblica (Jaime Lusinchi e Raúl Leoni), imprenditori (fra cui Giacomo Clerico, l'ingegnere Delfino, che con la sua "Constructora Delpre" ha edificato a Caracas le torri del Parque Central, fra i più alti grattacieli del Sudamerica, e Filippo Sindoni, grande industriale pastario e dolciario), finanzieri (Pompeo D'Ambrosio), campioni sportivi (come Johnny Cecotto), artisti e uomini di spettacolo (Franco De Vita e Renny Ottolina), modelle internazionali (Daniela Di Giacomo) e altre personalità.






Jaime Lusinchi


 
Jaime Lusinchi (Clarines, 27 maggio 1924 – Caracas, 21 maggio 2014) è stato un politico venezuelano, presidente del proprio paese dal 2 febbraio 1984 al 2 febbraio 1989.

Sua madre, Maria Angelica Lusinchi, era di origine italiana e corsa. Pediatra di fama, intraprese la carriera politica relativamente tardi, negli anni sessanta. Prima di ricoprire la presidenza della repubblica fu prima deputato, poi senatore per il partito AD (Acción Democrá

 

 

 

 

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Agostino Codazzi



Agostino Codazzi (Lugo, 12 luglio 1793 – Espíritu Santu, 7 febbraio 1859) è stato un geografo, cartografo e generale italiano, eroe nazionale in Venezuela, dove è celebrato come el hombre de las tres patrias. Da giovane si arruolò nelle armate napoleoniche ed ebbe immediato accesso alla prestigiosa Scuola Teorico Pratica di Artiglieria, a Pavia, emanazione dell'École nationale des ponts et chaussées, nella quale studiò per circa tre anni (1823-26).
Certo che la sua competenza militare sarebbe stata apprezzata, s'imbarcò per il Sud America dove le colonie spagnole combattevano per l'indipendenza. Si arruolò nell'esercito di Simon Bolivar. Assieme a Costante Ferrari, romagnolo come lui, partecipò alla nascita della Grande Colombia. Dopo la fine della guerra gli venne concesso di dedicarsi al commercio. Nel 1834 si sposò con Araceli Fernandez de la Hoz, che gli diede ben otto figli. Nello stesso anno compì l'esplorazione del fiume Orinoco, che attraversa da ovest a est tutto il Venezuela e poi si sfocia nell'Oceano Atlantico attraverso il delta dell'Amacuro.  Codazzi ricevette poi l'incarico di procedere alle misure topografiche della zona di Maracaibo: il suo lavoro venne talmente apprezzato che successivamente gli fu affidato il delicatissimo compito di tracciare le linee di confine tra Venezuela (del quale aveva da poco preso la nazionalità), Colombia ed Ecuador.
Venne nominato capo di Stato Maggiore e gli venne dato l'incarico di redigere un atlante delle undici province del neonato stato venezuelano. L'opera, denominata Atlas Físico y Político de Venezuela ebbe un grande successo anche in Europa, nonostante il fatto che Codazzi dovette più volte sospendere la compilazione dell'opera per riprendere le armi contro le numerose rivolte dei caudillos. Diventò governatore dello stato di Barinas, incarico che dovette abbandonare per uno dei tanti colpi di stato. Come funzionario per l'immigrazione del governo venezuelano, nel 1843 fonda la colonia Tovar con coloni tedeschi provenienti dal Land Baden-Württemberg.
Dopo altri impegni militari, nel 1852 ricevette una richiesta da Londra di ispezione geografica per la realizzazione di un canale transoceanico. Nel 1854, nonostante nessuna menzione ufficiale, il tracciato del Canale di Panamá seguì tutte le indicazioni prospettate dal romagnolo.
A seguito di ulteriori disordini, dalla cartografia civile ritornò in ambito militare, con il grado di generale, salvo tornare alla sua attività di geografo appena i disordini ebbero termine. Dal 1857 in poi si occupò solo di geografia, in particolare della continua esplorazione dei territori amazzonici e andini della Colombia e dell'Ecuador, su cui pubblicò un'opera di 600 pagine. Nelle insalubri foreste della cordigliera andina, Codazzi contrasse la malaria e morì a Espíritu Santo nelle montagne di Colombia il 7 febbraio 1859. Oggi questo luogo si chiama Agustín Codazzi. La sua salma fu successivamente traslata nel Pantheon Nazionale di Caracas. Nel 2001 la città di Colonia Tovar (Stato di Aragua) ha eretto un monumento a "El Hombre de las Tres Patrias".



Pompeo D'Ambrosio

   

 
Pompeo D'Ambrosio (San Marco Evangelista, 1º gennaio 1917 – Caracas, 15 aprile 1998) è stato un imprenditore italiano.

Era molto noto nella comunità italiana di Caracas per aver sostenuto - con la sua attività finanziaria in una delle principali Banche venezuelane (il "Banco Latino") - il successo di molti imprenditori italiani del Venezuela[1].

Fu anche responsabile finanziario del Deportivo Italia, la squadra di calcio degli Italiani del Venezuela, durante gli anni "dorati" (sessanta e settanta) di questa squadra. Quegli anni, quando gestì la squadra con il fratello Mino, vengono ricordati come l'Era D'Ambrosio.

 

 

 


 Raoul Leoni

 

 

 

Raúl Leoni (El Manteco, 26 aprile 1905 – New York, 5 luglio 1972) è stato un politico venezuelano, di origine corsa. Fu Presidente del Venezuela dall'11 marzo 1964 all'11 marzo 1969.
Suo nonno, forse carbonaro, era emigrato in Venezuela attorno alla metà dell'Ottocento da Murato nel Nebbio (Corsica).

Studiò prima ad Upata poi a Ciudad Bolivar. Negli anni venti si laureò in legge a Caracas. Combatté contro il dittatore Juan Vicente Gómez e nel 1928, riconosciuto colpevole di aver cospirato contro il regime, fu rinchiuso nelle carceri di Puerto Cabello. Rifugiatosi in Colombia, conobbe Rómulo Betancourt con il quale collaborò successivamente nella lotta contro Marcos Pérez Jiménez. Fu membro costitutivo del partito Acción Democrática.

Negli anni sessanta ricoprì la carica di Presidente del Venezuela (11 marzo 1964 - 11 marzo 1969).  

               

 

 

 

 

 

                 


 

Membri importanti della Comunità italiana

    Jaime Lusinchi, Presidente del Venezuela (1984–1989)
    Raúl Leoni, Presidente del Venezuela (1963–1968)
    José Humberto Paparoni, primo vescovo della Diocesi di Barcelona (1920-1959)
    Jorge Giordani, Ministro delle finanze del Venezuela
    Agostino Codazzi, geografo, cartografo, governatore
    Pompeo D'Ambrosio, dirigente di calcio e banchiere
    Massimo Margiotta, calciatore
    Renny Ottolina, artista, direttore TV
    Johnny Cecotto, automobilista e motociclista+
    Ivan Palazzese, motociclista
    Giovanni Savarese, calciatore
    Filippo Sindoni, imprenditore
    Daniela Di Giacomo, modella
    Giovanni Pioli Testi, imprenditore, tipografo
    Giácomo Di Giorgi, calciatore
    Gilberto Angelucci, calciatore
    Gabriel Cichero, calciatore
    Alejandro Cichero, calciatore
    Carolina Marconi, showgirl
    Guillermo Mariotto, stilista
    Gianfranco Di Julio, calciatore
    José Luis Dolgetta, calciatore