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Italiani in USA  

Cristoforo Colombo


Sacco e Vanzetti


Fiorello La Guardia

Rudolph Giuliani

Bill De Blasio


Da wop a Guido

Sinatra

Madonna

Indiani

Liza Minnelli












































 

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Nome completo:     Stati Uniti d'America
Nome ufficiale:    United States of America
Lingue ufficiali:  Inglese (de facto)
Altre lingue:      Spagnolo(Nuovo Messico,Porto Rico,California,Texas,Florida)
                   Italiano(N.Y.- N.Jersey-Delaware-Massachusetts-Connecticut-Rhode Island)
                 
  Francese(Louisiana,Maine)
                   Lingue dei Nativi americani

Capitale:          Washington
Forma di governo:  Repubblica presidenziale
Presidente:        Donald Trump
Indipendenza:      4 luglio 1776
Ingresso nell'ONU: 24 ottobre 1945
Superficie:             9.372.614 km²
Popolazione:          318.900.000 

 

 

 

 

 

L'Emigrazione Italiana negli Stati Uniti d'America

 
Le popolazioni del Meridione, devastato dalle guerra con circa un milione di morti, da cataclismi naturali (il terremoto del 1908 con l'onda di marea nello Stretto di Messina uccise più di 100,000 persone nella sola città di Messina) depredato dall'esercito, dissanguato dal potere ancora di stampo feudale, non ebbero altra alternativa che migrare in massa. Il sistema feudale, ancora perfettamente efficiente, permetteva che la proprietà terriera ereditaria determinasse il potere politico ed economico, lo status sociale, di ogni individuo. In questo modo, le classi povere non ebbero praticamente alcuna possibilità di migliorare la propria condizione.

-Da aggiungere ai motivi dell'esodo la crisi agraria dal 1880 in poi, successivamente l'aggravarsi delle imposte nelle campagne meridionali dopo l'unificazione del paese, il declino dei vecchi mestieri artigiani, delle industrie domestiche, la crisi della piccola proprietà e delle aziende montane, delle manifatture rurali br />-Gli Stati Uniti dal 1880 aprirono le porte all'immigrazione nel pieno dell'avvio del loro sviluppo capitalistico; le navi portavano merci in Europa e ritornavano cariche di emigranti. I costi delle navi per l'America erano inferiori a quelli dei treni per il Nord Europa, per questo milioni di persone scelsero di attraversare l'Oceano.
-L'arrivo in America era caratterizzato dal trauma dei controlli medici e amministrativi durissimi, specialmente ad Ellis Island, l'Isola delle Lacrime. Gli italoamericani sono gli italiani che risiedono (o hanno risieduto dal XVII secolo) nel territorio degli Stati Uniti d'America in modo permanente o comunque per un periodo significativo della loro vita. La comunità italoamericana include persone nate in Italia ed emigrate negli Stati Uniti, o nate negli Stati Uniti da genitori italiani, nonché i loro discendenti di terza, quarta, ecc. generazione, che si identifichino come appartenenti ad essa.

 

 

 

 

Secondo il censimento ufficiale (U.S. CENSUS Bureau) del 2000, quasi 16 milioni (il 5,6%) di persone residenti negliStati Uniti dichiararono di avere ascendenze italiane, rappresentando così il sesto gruppo etnico della federazione. Nel censimento del 2010 tale numero risulta aumentato a circa 17.250.000 e nel censimento del 2015 ne risultano circa 18.000.000 di italoamericani che rappresentano il 6% della popolazione statunitense. Tuttavia, secondo alcune importanti associazioni culturali italo-americane, le persone che possiedono una qualche discendenza italiana nella loro famiglia sono stimate ad oltre 20 milioni di persone.[8] Di queste gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) (persone aventi quindi cittadinanza italiana o doppia cittadinanza, italiana e statunitense) sono oltre 200.000, per l'esattezza 223.429 secondo l'ultima rilevazione alla fine dell'anno 2012.

Poiché l'emigrazione dall'Italia cominciò negli Stati Uniti prima dell'unità italiana, e raggiunse il suo picco in un'epoca in cui le differenze regionali erano ancora molto forti e marcate, sia dal punto di vista linguistico che etnico, molti degli emigrati italiani si riunirono (e tuttora si riuniscono) primariamente su base regionale piuttosto che nazionale. Oggi sono molti gli studi dedicati anche alla storia distinta dei vari gruppi regionali. Si può parlare così ad esempio di siculoamericani (Sicilian American) ad indicare gli americani di origini siciliane, o di liguriamericani a indicare quelli di origine ligure, ecc.

     

Cristoforo Colombo

 Cristoforo Colombo (in latino: Christophorus Columbus, in spagnolo: Cristóbal Colón, in portoghese: Cristóvão Colombo; Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un esploratore e navigatore italiano, cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito del Regno di Castiglia poi. È stato tra i più importanti navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo.

Marinaio sin da giovane, Colombo maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'Asia) proprio durante i suoi viaggi da mercante. Convinto della

 veridicità delle sue credenze, dapprima chiese finanziamenti per salpare verso l'Asia attraverso la nuova rotta al re Giovanni II del Portogallo ma, vistosi negati i fondi necessari, decise di tentare con i re di Castiglia e Aragona i quali, dopo alcune discussioni e soprattutto grazie all'appoggio della regina di Castiglia, Isabella, accettarono di finanziare l'impresa e di concedere privilegi a Colombo in caso di buona riuscita della stessa. Salpato da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492,

Colombo giunse nell'odierna San Salvador il 12 ottobre dello stesso anno.
A questo primo viaggio ne seguirono altri tre – sempre per le Americhe – di minor fortuna, che lo portarono alla rovina e al discredito presso la corte di Castiglia. Il Giorno di Colombo (Columbus Day in inglese) è una festa celebrata in molti paesi delle Americhe, per commemorare il giorno dell'arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo il 12 ottobre 1492.

Feste simili, celebrate come Día de las Culturas (Giorno delle culture) in Costa Rica, Discovery Day (Giorno della scoperta) nelle Bahamas, Día de la Hispanidad (Giorno della Ispanità) in Spagna, e rinominato da poco (nel 2002) Día de la Resistencia Indígena (Giorno della resistenza indigena) in Venezuela, la Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo in Italia, commemorano lo stesso evento. Il Giorno di Colombo è stato celebrato per la prima volta da italiani a San Francisco nel 1869, seguendo le celebrazioni italiane di New York.

Il primo stato a riconoscere ufficialmente la ricorrenza fu il Colorado nel 1905 e nel 1937, su impulso dei Knights of Columbus (un'associazione cattolica che aveva adottato il nome del grande viaggiatore), il presidente Franklin Delano Roosevelt stabilì che il Giorno di Colombo diventasse festa nazionale in tutti gli Stati Uniti d'America. A partire dal 1971 il giorno in cui cade questa ricorrenza è fissato per il secondo lunedì del mese di ottobre, lo stesso giorno in cui nel vicino Canada si celebra invece il Giorno del Ringraziamento.Logo delle celebrazioni del Columbus day dell'anno 2003 Gli italoamericani sentono molto questa festività e sono particolarmente orgogliosi del fatto che sia stato Cristoforo Colombo, un navigatore italiano, il primo europeo a scoprire il continente americano.

Negli Stati Uniti il Giorno di Colombo le banche, uffici postali e uffici federali sono chiusi, così come gli uffici dell'ambasciata italiana a Washington D.C. e tutti i vari consolati italiani che si trovano nel paese. L'Empire State Building di New York City da vari anni usa accendere le sue luci, riproducendo così il tricolore italiano.

 

 

Noti personaggi italoamericani.

Madonna

Fiorello La Guardia

Robert De Niro

Francis Ford Coppola

Nancy Pelosi

Frank Sinatra

Joe DiMaggio

Samuel Alito

Rudy Giuliani

Martin Scorsese

Enrico Fermi

Chris Botti

Liza Minnelli

 

       

 

Robert De Niro      Francis Ford Coppola     Joe DiMaggio          Martin Scorsese                Nancy Pelosi

 

 

 

Da Garibaldi ai "guidos", dai braccianti ai politici di rango:la storia dell'immigrazione italiana negli Usa

Vittime del razzismo Il fatto che gli italiani si trovino a rimpiazzare gli afro-americani e lavorare a stretto contatto con loro, li rende socialmente indesiderabili agli occhi dei bianchi. Gli atti di razzismo non si contano: e se sospettati di un crimine gli italiani, come i neri, vengono linciati pubblicamente e senza processo.

 

 

 

 

Andata e ritorno

Gli italiani arrivano negli Usa a botte di 1.000 al giorno (nel solo 1906 si calcola ne sbarchino 358 mila). In maggioranza sono uomini e non tutti vogliono restare, ma mettere da parte qualche soldo per tornare a casa e comprare un pezzo di terra (cosa che farà quasi la metà di loro). La prima grande comunità italiana a New York si forma ad Harlem, dove gli "italians" vanno a vivere in edifici fatiscenti di 5/6 piani, coi servizi in comune, in strade che rispettano la regione di provenienza. I siciliani coi siciliani, i calabresi coi calabresi e così via.


 

 

 Sacco e Vanzetti

 

Oltre ai "sovversivi", a contribuire alla pessima fama degli italiani negli anni di inizio novecento è anche la Mano Nera, la mafia degli italo-americani. È in questo clima di ostilità e pregiudizio verso gli italiani che vengono arrestati gli anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati di rapina e omicidio. I due vengono condannati a morte nel 1927, nonostante l'assenza di prove e la confessione di un detenuto portoricano li scagioni. A poco servono il sostegno di intellettuali come Albert Einstein, Dorothy Parker e George Bernard Shaw e l'intervento ufficiale del governo di Benito Mussolini: nulla può salvarli. La riabilitazione avverrà solo 50 anni più tardi, nel 1977, per opera del Governatore del Massachusetts, Michael Dukakis.

 

Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 – Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 – Charlestown, 23 agosto 1927) furono due anarchici italiani. Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoghese Celestino Madeiros, che scagionava i due.

Sacco di professione faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, mentre Vanzetti – che gli amici chiamavano Trumlin – gestiva una rivendita di pesci. Furono uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, presso Dedham.
A cinquant'anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti. 
 

 

Verdetto condizionato


Alla base del verdetto di condanna - a parere di molti - vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi, una forte volontà di perseguire una politica del terrore suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminata nella vicenda delle deportazioni.

Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del governo. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese (migliore in Vanzetti, che terrà un famoso discorso, in occasione della lettura del verdetto di condanna a morte); erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due bastardi anarchici (li chiamava spesso "Wops", termine dispregiativo per indicare gli individui d'etnia italiana, without papers, senza documenti.)

 

 

 


Il Governatore del Massachusetts Alvan T. Fuller, che avrebbe potuto impedire l'esecuzione rifiutò infine di farlo, dopo che un'apposita commissione da lui istituita per riesaminare il caso riaffermò le motivazioni della sentenza di condanna.

Si trattava di un periodo della storia statunitense caratterizzato da un'intensa paura dei comunisti, la paura rossa del 1917 - 1920. Né Sacco né Vanzetti si consideravano comunisti, e inoltre Vanzetti non aveva nemmeno precedenti con la giustizia, ma erano conosciuti dalle autorità locali come militanti radicali che erano stati coinvolti in scioperi, agitazioni politiche e propaganda contro la guerra.

  

 

 

  I politici italo-americani

 

Fiorello La Guardia

Nel 1916 il Congresso degli Stati Uniti elegge il primo deputato italo-americano: è Fiorello La Guardia, figlio di un musicista di Cerignola. Nel 1933 diventa sindaco di New York, guadagnandosi la fama di amministratore onesto e competente: lavora nel solco del New Deal del Presidente Roosevelt (nella foto seduto con la Guardia) per mettere fine alla grande Depressione, costruendo scuole, parchi e case popolari. Combatte la mafia ed è tra i primi uomini politici americani a schierarsi contro fascismo e nazismo. Morirà nel 1947, in tempo per vedersi dedicato il secondo aeroporto di New York di cui, secondo un sondaggio, è stato il sindaco più amato di sempre.

 

 

 Politici, mafiosi e poliziotti

 

Rudolph Giuliani

Se è vero che nella New York italo-americana si sono fatti strada molti mafiosi, è anche vero che dalla stessa comunità nascono anche figure di spicco come Vito Marcantonio, deputato molto attivo nella lotta per i diritti civili e per i diritti dei lavoratori, dei poveri e di tutti gli esclusi; Rudolph Giuliani, prima procuratore federale e poi sindaco della città, molto attivo nella lotta alla criminalità; il poliziotto Frank Serpico, figlio di emigranti di Marigliano (Napoli) che diventerà famoso negli anni 70 per la denuncia dei casi di corruzione della polizia newyorkese; e Mario Cuomo (nella foto a destra con Rudolph Giuliani), il governatore "liberal" dello stato di New York, scomparso il 1 gennaio 2015, molto attivo contro la pena di morte.  

 

 

 

Bill de Blasio 

Nasce a Manhattan, distretto della città di New York, da Warren Wilhelm e Maria De Blasio. Il padre, militare dislocato nell'Oceano Pacifico, aveva ascendenze tedesche mentre i nonni materni, Giovanni De Blasio e Anna Briganti, erano italiani: il primo era originario di Sant'Agata de' Goti (provincia di Benevento, dove il cognome è diffuso con la "d" maiuscola), mentre la nonna era natìa di Grassano, in provincia di Matera.
È cresciuto a Cambridge, nel Massachusetts, e ha studiato la lingua italiana a Brooklyn.

De Blasio aveva sette anni quando suo padre, alcolizzato e fumatore accanito, andò via di casa creando i presupposti per il successivo divorzio ottenuto circa un anno dopo; il genitore finirà per suicidarsi nel 1979 con un colpo d'arma da fuoco all'esterno di un hotel, anche per la volontà di porre fine alle sue sofferenze causate da un enfisema e dalle metastasi di un tumore ai polmoni, sviluppatesi in seguito all'abuso di tabacco. Nel 1983 cambiò legalmente il suo nome in Warren de Blasio–Wilhelm; dal 1990 in poi si fece chiamare Bill de Blasio, adottando legalmente tale nome nel 2002.
Ottiene il titolo accademico di bachelor of arts (baccelliere delle arti) in studi metropolitani alla New York University[6] e in seguito consegue un master in Affari Internazionali alla Columbia University. Nel 1981 viene premiato con una borsa di studio intitolata al 33º presidente degli Stati Uniti d'America, l'Harry S. Truman Scholarship.
Socialista da giovane, de Blasio supportò, tra la fine degli anni ottanta e l'inizio della decade successiva, la lotta dei sandinisti in Nicaragua, combattuti dall'allora presidente statunitense Ronald Reagan. È poi stato consigliere del presidente statunitense Bill Clinton e dirigente della campagna elettorale del 2000 per il Senato degli Stati Uniti, risultata vincente, di sua moglie Hillary.Esponente dell'ala sinistra del Partito Democratico, de Blasio si definisce liberal e progressista.
Sposato dal 1994 con la poetessa afroamericana Chirlane McCray, attivista per i diritti degli omosessuali dichiaratamente lesbica nel periodo di nubilato precedente, fece il viaggio di nozze a Cuba nonostante l'embargo. Ha avuto da lei due figli, Dante e Chiara


Già Public Advocate di New York, nel 2013 si candida come sindaco di New York impostando la sua campagna elettorale su come far pagare più tasse ai residenti ricchi per finanziare gli asili nido e il salario minimo. Il 6 novembre viene eletto quindi sindaco con oltre il 73% delle preferenze, vent'anni dopo l'ultimo sindaco democratico della "Grande Mela", David Dinkins. È il quarto sindaco italoamericano di New York dopo Fiorello La Guardia (1934–45), Vincent Impellitteri (1950–53) e Rudolph Giuliani (1994–2001). Con la sua statura di 1,96 m è il più alto sindaco della storia di New York.

 


Da wop a Guido

 

Gli italiani in America vengono apostrofati in molti modi: durante la grande immigrazione il nomignolo più in voga è "wop", acronimo di "without official papers" (senza documenti ufficiali), che ad alcuni ricorda la parola "guappo". Nel 1978 la popolare trasmissione Saturday Night Live rende celebre lo sketch di padre Guido Sarducci (interpretato dal comico Don Novello, in foto), un prete che fuma, indossa occhiali scuri e parla di gossip: e diventa di moda il soprannome Guido (ma secondo alcuni era già diffuso).  Nel 2009 verrà rilanciato dal reality show Jersey Shore, che mette in scena la vita di 8 giovani italo-americani, i guidos e le guidettes. Non senza polemiche da parte della comunità italo-americana, che non si riconosce nel loro stile di vita urlato e trash. 

Da poverissimi a benestanti

Ma, nomignoli a parte, gli italo-americani nel corso del tempo hanno avuto modo di rifarsi: secondo il censimento del 2000, in media guadagnano 61.300 dollari all'anno, 11 mila in più della media nazionale (50 mila dollari) e hanno un' istruzione superiore alla media, che gli consente di ottenere lavori migliori. Il 29% ha un diploma, il 7% la laurea e il 2% insegna nelle università o svolge professioni di prestigio.
Vantano origini italiane rockstar, attori, registi e scrittori famosi. E nel 2013 New York elegge il suo quarto sindaco italo-americano: Bill De Blasio, i cui nonni materni erano arrivati in America a fine '800 rispettivamente da Benevento e Matera.

 


Francis Albert Sinatra

 

Francis Albert Sinatra (Hoboken, 12 dicembre 1915 – West Hollywood, 14 maggio 1998) è stato un cantante, attore e conduttore televisivo statunitense di origine italiana.
Noto in Italia soprattutto come The Voice, in America e nel resto mondo era conosciuto anche con i soprannomi di Ol' Blue Eyes, Frankie, Swoonatra (derivato dal verbo swoon, "svenire", e riferito all'effetto che produceva sulle sue ammiratrici) e molti altri. Fu un personaggio importante e carismatico dell'intrattenimento americano e mondiale, ed entrò nella leggenda per l'eterna giovinezza delle sue canzoni, oltre che della sua voce, riuscendo ad imporsi nel panorama musicale mondiale dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri, grazie ad una intensa attività durata ben 63 anni, dal 1932 al 1995, anno in cui tenne il suo ultimo concerto dal vivo.
Con 150 milioni di dischi venduti è considerato uno dei più prolifici artisti musicali, insieme a Chuck Berry, The Beatles, i Rolling Stones, Elvis Presley, Tom Jones, Madonna, Michael Jackson, i Queen, Cliff Richard e gli U2. Nella sua lunghissima carriera, che ha coperto ben sette decenni, si è aggiudicato due premi Oscar (più un Premio umanitario Jean Hersholt), due Golden Globes, ventuno Grammy Awards, un Emmy Award, il Cecile B. DeMille Award, un Peabody, il Kennedy Center Honors nel 1983.  

Nel 1985 ricevette la Presidential Medal of freedom (Medaglia presidenziale della libertà) e nel 1997 gli Stati Uniti lo onorarono con la Congressional Gold Medal (Medaglia d'oro del Congresso). Oltre 2200 brani e più di 60 album di canzoni inedite pubblicati (esclusi i postumi e le raccolte), ne fanno uno dei cantanti con la maggior produzione musicale della storia.

Frank nasce da padre siciliano e da madre ligure. Il padre era originario di Lercara Friddi, paesino nell'entroterra palermitano. Il nonno Francesco Sinatra partì nel 1900 seguito nel 1902 dai figli maggiori, Isidoro e Salvatore, nel 1903 partì la moglie Rosa Saglimbeni (46 anni) e i figli Angela (7 anni), Dorotea (4 anni) e Antonio (9 anni) il futuro padre di Frank. La madre Natalina Garaventa, detta Dolly (1894-1977), era nativa di Rossi di Lumarzo, paesino nell'entroterra della Riviera ligure.
Antonio, chiamato anche Anthony Martin, dopo aver intrapreso alcuni mestieri, tra cui l'operaio, il calzolaio, e il pugile, chiede la mano di Dolly. Pur avversati dalla famiglia di lei, contraria al loro matrimonio, i due si sposano il giorno di San Valentino del 1914 a Jersey City. In seguito la coppia si trasferisce a Hoboken, e Frank, loro primo ed unico figlio, nasce il 12 dicembre dell'anno successivo.

Il padre di Frank prosegue col pugilato (arriverà ad accumulare 30 incontri), apre un bar e finisce col diventare capitano dei vigili del fuoco. La madre gestisce un modesto negozio e svolge piccoli lavori per famiglie, diventando influente nel vicinato grazie ad un certo attivismo per il Partito Democratico. Coi genitori sempre al lavoro, il piccolo Frank passa parecchio tempo con la nonna e la zia e cresce in fretta, influenzato dal carattere duro e generoso del padre e da quello determinato e gentile della madre. A scuola, Frank comincia ad imitare comici e stelle del cinema, rendendosi popolare.

Durante la crisi del '29, i Sinatra riescono a non far mancare quasi nulla a Frank, e arriveranno persino a trasferirsi in un appartamento con tre camere da letto, poco distante dal quartiere di Little Italy. Dopo le imitazioni, Frank prova anche a cantare, e a quindici anni, nel 1930, fa il suo "debutto" al liceo, la A.J. Demarest High School, peraltro applaudito dai compagni. La musica sembra stargli a cuore più dello studio, e la scuola lo espelle. Frank dice apertamente ai suoi genitori che vuole provare a fare il cantante: la madre si rassegna ad assecondarlo, ma il padre vuole che si cerchi un vero lavoro e possibilmente torni a scuola.

Comincia così col lavorare di giorno, prima in una libreria, poi come operaio portuale, ma la sua passione rimane cantare, appena possibile. A un certo punto, Anthony Martin caccia il figlio fuori di casa. Frank si trasferisce a New York in cerca di lavoro stabile, ma è costretto a ritornare a Hoboken poco dopo. È a quel punto che a Frank Sinatra viene l'idea di provare a farsi pagare per la sua voce.
Primi anni e primo ciclo di successi

Frank Sinatra decise di diventare un cantante sull'onda dell'ammirazione per Bing Crosby, che ascoltava spesso alla radio. Iniziò a cantare, come da lui stesso raccontato durante svariati concerti, in piccoli locali del New Jersey, come "saloon singer", tra il 1931 e il 1932, facendosi notare dal trombettista Harry James. Nel 1935 costituì il suo primo gruppo, gli Hoboken Four, con il quale vinse nello stesso anno il concorso per giovani talenti emergenti organizzato dal Radio Major Bowes' Amateur Hour.

Si esibiva in una ventina di spettacoli alla settimana, gli introiti totali erano di solamente 70 cents per 7 giorni. Nel 1938 Sinatra arrivò al Rustic Cabin, un saloon che trasmetteva spettacoli dal vivo nella Dance Parade di New York. Fu assunto come intrattenitore ufficiale del locale. Nel novembre di quell'anno venne arrestato e trattenuto per diversi giorni con l'accusa di molestie, nei confronti di una ragazza che sarebbe divenuta la sua prima moglie, Nancy Barbato.

Dopo una breve ma intensa collaborazione con l'orchestra di Harry James, con cui, nell'estate del 1939, Sinatra registrò la sua prima canzone, All or Nothing at All, nel 1940 si unì all'orchestra di Tommy Dorsey, grazie alla quale divenne famoso come cantante anche grazie al singolo I'll Never Smile Again per la Victor che raggiunge la prima posizione negli Stati Uniti per dodici settimane e vince la Grammy Hall of Fame 1982. Piaceva molto ai giovanissimi, un pubblico completamente nuovo per la musica leggera, che fino ad allora si era rivolta soprattutto agli adulti. In pratica, Frank Sinatra fu il primo teen idol, un idolo per gli adolescenti.



Dopo un'esperienza nell'esercito statunitense, come intrattenitore delle truppe, tra il 1941 e il 1942, durante la seconda guerra mondiale ritornò a cantare. Sono da ricordare, in questo periodo, alcune sue famose incisioni con l'etichetta V-Disc a favore delle truppe americane in guerra. Proprio nel 1942 lasciò la band di Tommy Dorsey e siglò un contratto con la Columbia Records; conobbe un enorme successo e, a cavallo tra il 1943 e il 1944, entrò ben 23 volte nella top ten delle classifiche americane. Ben presto venne considerato il più grande cantante statunitense dopo Bing Crosby, il suo idolo giovanile.

In questo periodo si afferma come "The Voice" (semplicemente "la Voce"), un soprannome prestigioso riconosciuto in tutto il mondo. Altri suoi soprannomi meno noti, almeno fuori dagli Stati Uniti, erano "Ol'Blue Eyes" (vecchi occhi azzurri), "Swoonatra" (da to swoon= svenire, per l'effetto che aveva sulle ammiratrici) o "Chairman of the Board (of Show-Business)" (il presidente del consiglio di amministrazione dello spettacolo). Dopo un paio di film minori nel 1940 e 1942, nel 1944 è protagonista al cinema con la commedia musicale Higher and Higher; l'anno dopo è in Due marinai e una ragazza (Anchors aweigh), accanto a Gene Kelly, che gli insegnerà a ballare.

Negli stessi anni è la voce più popolare anche alla radio. Nel 1946 viene invitato ad un gala-party all'Avana, sull'isola di Cuba; in quell'occasione sembra siano nati i suoi oscuri rapporti con la mafia, di cui si parlerà in seguito. Sempre nel 1946 con il disco Five Minutes More raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 per due settimane. Tra il 1947 e il 1948 lavora senza sosta a New York City, al Madison Square Garden, al Waldorf Astoria e al Capitol Theater. Il 13 ottobre 1947 a Hoboken, nel New Jersey, venne istituito il Frank Sinatra Day. Nel 1949 è interprete assieme a Gene Kelly, Ann Miller e Betty Garrett, di Un giorno a New York (On the town), film di enorme successo, che ad oggi è considerato uno dei migliori musical della storia del cinema.

 

Louise Veronica Ciccone

Madonna, nome completo Madonna Louise Veronica Ciccone (Bay City, 16 agosto 1958), è una cantautrice, attrice, produttrice discografica e cinematografica statunitense, molto celebre in tutto il mondo sin dai primi anni ottanta. Diva capace di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica con i suoi comportamenti trasgressivi e i suoi videoclip iconici, Madonna si è guadagnata il soprannome di "Regina del Pop".
Secondo il Guinness dei primati è l'artista femminile ad aver venduto di più nella storia della musica, con oltre 95 milioni di album negli Stati Uniti, e, complessivamente, 350 milioni di dischi in tutto il mondo, il che la rende la quarta artista con maggiori vendite in assoluto;è inoltre l'artista ad aver piazzato più DVD musicali al numero uno in USA, con nove titoli fino allo Sticky & Sweet Tour del 2010,[8] che è il tour di maggior successo di un'artista donna (quinto   in totale) nonché quello di maggior successo nel rapporto introiti/date, con un incasso di oltre 400 milioni di dollari con sole 85 tappe.

Tra i suoi record, è l'artista da più a lungo presente nelle classifiche americane (1982-2015). È l'artista donna più di successo degli anni 80, con sette singoli giunti alla prima posizione (più di ogni altra).[10]. È l'artista che ha ottenuto il maggior numero di singoli al numero uno combinati negli Stati Uniti (ovvero sommati tra i differenti tipi di classifiche) (158) e quella con il maggior numero di ingressi nella top ten nella storia delle classifiche americane

Grazie al singolo Ghosttown, ha raggiunto il primato come l'artista con il maggior numero di singoli alla prima posizione per una classifica musicale (45), nonché quello per il maggior numero di prime posizioni nella Hot Dance Club Play Ha inoltre il record come l'artista con il maggior numero di singoli alla seconda posizione , e quello del maggior numero di ingressi nella Top 40 
È inoltre l'artista femminile con il maggior numero di ingressi nella storia della classifica americana in assoluto. Madonna è l'artista con il maggior numero di singoli certificati Oro in America . Hung Up detiene il record come singolo che ha toccato la prima posizione nel maggior numero di paesi contemporaneamente   È inoltre l'artista femminile col maggior numero di singoli alla prima e alla seconda posizione nella storia delle classifiche europee. È la seconda artista in America con il maggior numero di album alla prima posizione (8), dietro Barbra Streisand e la prima per il maggior numero di album nella Top ten

Nel 1984, con Like a Virgin, diventa la prima artista femminile in America a vendere oltre 5 milioni di copie in un solo anno. True Blue è l'album di un'artista femminile più venduto degli anni '80, con oltre 25 milioni di copie nel mondo, nonché quello a permanere per più tempo alla prima posizione delle classifiche europee.
The Immaculate Collection è il Greatest Hits più venduto di sempre per un'artista solista, mentre You Can Dance è il secondo album di Remix più venduto di sempre. Confessions on a Dance Floor è l'album che ha toccato la prima posizione nel maggior numero di paesi contemporaneamente (40). MDNA è l'album che ha ottenuto il maggior numero di pre-order nella storia di iTunes in un solo giorno, toccando la vetta contemporaneamente nel maggior numero di paesi

È inoltre una delle poche artiste ad aver ottenuto più dischi di diamante per i di 10 milioni di copie vendute. Risulta inoltre essere l'artista con il più alto numero di vendite fisiche del decennio 2000-2010.Secondo la classifica ufficiale inglese, è la quarta artista in assoluto per numero di vendite di singoli in Gran Bretagna, prima tra le donne, con oltre 17,6 milioni di singoli venduti.

Il video-single di Justify My Love è il più venduto di sempre, mentre quello di Ray of Light è il video digitale più venduto della storia.
Il libro Sex è il coffe book più venduto in assoluto e più in fretta, con oltre un milione e 500 mila copie in soli tre giorni, mentre Le rose inglesi è il secondo libro per bambini più venduto di sempre, con sole 220 copie vendute in meno, nella prima settimana, rispetto al quinto libro di Harry Potter.
 
Secondo la rivista Forbes ed il Guinness dei primati, Madonna è l'artista dell'industria musicale più ricca del mondo.[10], l'artista femminile più pagata[10], l'artista col il contratto discografico più alto della storia (120 milioni di dollari con la Live Nation)[10], e l'artista femminile che ha guadagnato di più in un solo anno (2012)

Oltre ai successi commerciali, Madonna ha conseguito 7 Grammy Awards, 42 Billboard Music Awards, ed è l'artista più premiata da MTV con 24 premi in totale, tra cui il prestigioso Video Vanguard Award nel 1986, che l'ha consacrata come l'artista più importante della video-era.

Alla carriera di cantante, Madonna ha affiancato quella nel teatro e nel cinema, prendendo parte a diversi film sia come attrice che come regista. Durante questa carriera ha vinto due Golden Globe: uno come miglior attrice protagonista per il ruolo di Eva Peron nel film Evita di Alan Parker (1996), e uno come miglior canzone originale con Masterpiece per il film W.E., del quale è anche regista[12] e che ha inoltre ricevuto una nomination agli Oscar del 2012.

Nel 1992 Madonna ha fondato l'etichetta discografica Maverick Records con cui ha prodotto i suoi lavori e quelli di artisti quali Erasure, Alanis Morissette, Michelle Branch, i Deftones e i Prodigy, e la casa di produzione cinematografica Maverick Films.

Nel 2004 la nota rivista musicale Rolling Stone ha inserito Madonna al 36º posto nella lista dei migliori 100 artisti musicali di tutti i tempi, il secondo piazzamento più alto per un'artista di sesso femminile (la più alta è Aretha Franklin, al nono posto).

Nel maggio del 2014, la rivista americana Billboard, ha stilato una classifica degli artisti che hanno avuto gli incassi dei tour più alti, dal 1990 ad oggi, e Madonna è l'artista femminile che ha ottenuto maggior successo, con oltre 1 miliardo di dollari e un pubblico di 9,694,079 spettatori. Secondo la rivista americana Out Magazine, Madonna è tra le 12 più grandi icone gay femminili di tutti i tempi.

 

 

Liza Minnelli

Di origini italiane da parte del padre, nel 1949 appare per la prima volta sullo schermo nella scena finale del film I fidanzati sconosciuti, in braccio alla madre Judy e accanto al coprotagonista Van Johnson.

Dopo il divorzio dei genitori, Liza resta affidata alla madre, grazie alla quale inizia a muovere i primi passi sul palcoscenico e ad affinare la propria voce. Frequenta la gioventù dorata del mondo dello spettacolo (dall'infanzia è rimasta amica di Mia Farrow, Candice Bergen, Natalie Cole, Marvin Hamlisch e altri) ma comincia anche a dover affrontare la situazione della pesante dipendenza della madre da droghe e alcool, prendendosi cura dei due fratellastri più piccoli (Lorna e Joe Luft), e talvolta della stessa madre.

A sedici anni è a New York dove viene chiamata a prendere parte allo spettacolo Best Foot Forward (1963), che resterà con successo in cartellone per ben sei mesi. L'anno seguente si esibisce con sua madre in un concerto al London Palladium. La performance delle due artiste è accolta trionfalmente e viene registrata su disco; in quell'occasione Liza incontra Peter Allen, un cantautore australiano che la stessa Garland lancia nel mondo dello spettacolo, e che nel 1967 diventa il suo primo marito.

Nel 1965, a soli diciannove anni, vince un Tony Award per la sua interpretazione nello spettacolo Flora, the Red Menace. Nel 1967 intanto debutta nel cinema e nel 1969 viene già nominata all'Oscar per la sua interpretazione nel film Pookie. Negli anni settanta, nonostante continui a mietere successi in teatro, tra l'altro guadagnando un altro Tony Award per la sua interpretazione in The Act, trova la sua grande occasione nel cinema.

Dopo aver interpretato nel 1970 un eccentrico personaggio in Dimmi che mi ami, Junie Moon, nel 1972 viene infatti scelta per l'interpretazione di Sally Bowles, ballerina di cabaret nel celebre musical Cabaret di Bob Fosse, in cui lancia canzoni come Cabaret e Money, Money, Money.

Per questo ruolo ottiene un premio Oscar quale miglior attrice protagonista. Sempre nel 1972 ottiene un premio Emmy per il suo special televisivo Liza with a Z, e quattro anni dopo ottiene un altro strepitoso successo sullo schermo come romantica cantante di jazz innamorata di un musicista scorbutico (interpretato da Robert De Niro) in New York, New York di Martin Scorsese, in cui lancia l'indimenticabile canzone che dà il titolo al film.

Nel frattempo registra diversi album discografici, alcuni dei quali tratti dalle musiche dei suoi film, altri dai suoi concerti dal vivo in teatro. Pubblica anche alcuni singoli di successo: oltre a Theme from New York, New York, che diventa la sua canzone-simbolo, sono da ricordare Losing my mind e Love pains, due brani dance nati dalla collaborazione con i Pet Shop Boys. Il sodalizio con i Pet Shop Boys è talmente forte da far produrre loro un album per la Minnelli, Results, nel 1989. Duetta con grandi artisti del calibro di Frank Sinatra e alla fine degli anni ottanta compie tournée per il mondo.

 

 

 

 

Nel 1992 viene invitata come ospite d'onore dai restanti Queen al Freddie Mercury Tribute, dove chiude il grande concerto cantando la celeberrima We Are the Champions, inizialmente da sola per poi concludere accompagnata da tutti gli illustri ospiti dell'evento.

La vita privata non è altrettanto soddisfacente: nel 1974 divorzia da Allen per sposare il regista Jack Haley Jr., lasciato a sua volta qualche anno dopo per lo scultore Mark Gero. Da nessuno dei suoi matrimoni riesce ad avere figli: tre tentativi di portare a termine una gravidanza si interrompono spontaneamente. Negli anni ottanta la Minnelli continua a dare apprezzate interpretazioni sullo schermo, come in Arturo (1981), e ad esibirsi in concerti affollati di fans, ma la vita sregolata e l'abuso di alcolici e farmaci minano seriamente la sua salute. Nei periodi di disintossicazione continua a lavorare per il teatro e la televisione. Nel marzo del 2002 sposa il discografico David Gest, ma il matrimonio dura poco più di un anno e termina nel maggio 2003 con una serie di pesanti accuse reciproche e controversie legali, sanate solo quattro anni più tardi con un accordo fra i rispettivi avvocati. Nel 2001 ha partecipato allo spettacolo indetto per il trentesimo anniversario della carriera di Michael Jackson, cantando You Are Not Alone.

 


 

Dal 2003 al 2006 partecipa come guest star alla serie televisiva di successo Arrested Development - Ti presento i miei. Nel 2008 intraprende un viaggio in Italia. Nel 2010 ha partecipato al sequel di Sex and the City 2 dove la si vede ballare sulle note di Single Ladies. Nel luglio 2011 si esibisce all'Arena Santa Giuliana di Perugia in occasione dell'Umbria Jazz ed al Summer Festival a Lucca. Il 9 maggio 2014 partecipa come guest-star al concerto di Cher Dressed to Kill Tour svoltosi a Brooklyn, cantando Girls Just Want to Have Fun insieme a Cyndi Lauper e Rosie O'Donnell.

 

 

 

 

 

    

 

Gli indiani

 

Con l'espressione nativi americani si intende indicare ''popoli indigeni dell'America'' che abitavano il continente prima della colonizzazione europea e i loro odierni discendenti.

L'etnonimo era utilizzato per indicare i nativi americani e non è univoco ed è spesso oggetto di discussione. Nei paesi di lingua spagnola dell'America Latina si usa prevalentemente il termine "indios" mentre negli Stati Uniti d'America, si usa l'espressione "indiani d'America" benché ormai non sia più considerata un'espressione politicamente corretta. L'uso del termine "indiano" si deve a Cristoforo Colombo che, in cerca di una rotta che consentisse di raggiungere l'Asia attraversando l'oceano Atlantico, credette di aver raggiunto le Indie Orientali, ignaro invece di aver scoperto un nuovo continente; gli spagnoli battezzarono quindi il nuovo mondo "Indie Occidentali", e solo successivamente America, in onore di Amerigo Vespucci.

Secondo l'ipotesi scientifica più accreditata, 13000 anni fa l'uomo sarebbe migrato dall'Eurasia verso l'America attraverso la Beringia, una lingua di terra che all'epoca univa i due continenti. Questi uomini si sarebbero poi spostati più a sud fino ad abitare tutto il continente e diversificandosi in migliaia di etnie e tribù differenti.
In Centro e Sud America i nativi americani si organizzarono in grandiose civiltà come i Maya e gli Aztechi nell'odierno Messico e gli Inca sulla cordigliera delle Ande, mentre in America del Nord i nativi americani erano prevalentemente popolazioni nomadi o seminomadi.

Molte aree del continente sono ancora popolate da nativi americani; specialmente in America Latina dove, insieme ai mestizo, costituiscono la maggioranza della popolazione. Negli Stati Uniti d'America e in Canada i nativi americani, invece, sono soltanto un'esigua minoranza. Ancora oggi nei paesi dell'America si parlano almeno un migliaio di lingue indigene diverse. Alcune fra queste, come ad esempio il quechua, l'aymara, il Guaraní, le lingue maya e il nahuatl, sono parlate da milioni di persone. Molti mantengono, inoltre, pratiche ed usanze culturali di vario grado, incluse pratiche religiose, organizzazione sociale e pratiche di sussistenza. Alcuni popoli indigeni vivono ancora in uno stato di relativo isolamento dalle società moderne e altre addirittura non sono mai entrate in contatto con esse o con l'uomo occidentale.

La maggior parte dei nativi presenta caratteristiche somatiche affini alle popolazioni asiatiche: occhi allungati, zigomi sporgenti, con in più la quasi assenza di barba e capelli perlopiù scuri e lisci, solitamente neri; il gruppo sanguigno predominante è lo 0. Queste caratteristiche portarono gli antropologi a ipotizzare la loro origine da antichi asiatici che attraversarono lo stretto di Bering nella preistoria, ipotesi confermata da successivi studi linguistici e soprattutto genetici

L'etnonimo "indiani d'America" ha origine nel XV secolo, durante le prime fasi dell'esplorazione europea del continente americano. Cristoforo Colombo, con il suo viaggio attraverso l'oceano Atlantico, intendeva dimostrare che era possibile raggiungere l'Asia navigando verso Occidente, cosa allora ritenuta impossibile. Quando nel 1492 Colombo approdò sull'isola di Hispaniola credeva di essere giunto nelle Indie Orientali e di aver scoperto una rotta per arrivare in India e per questa ragione gli abitanti che vi trovò vennero erroneamente chiamati indiani. Quello che Colombo ignorava era l'esistenza del continente americano tra l'Asia e l'Europa. Sarà solo grazie alle successive esplorazioni, e in particolare grazie ad Amerigo Vespucci, che gli occidentali si renderanno conto di avere scoperto un nuovo continente fino ad allora sconosciuto; ma l'errore era ormai fatto e l'uso del termine indiano per indicare i popoli indigeni delle Americhe non venne corretto.

Quella degli "indiani" è perciò una categoria etnica e culturale creata dagli europei. I vari gruppi che si erano stabiliti nelle Americhe non si consideravano membri di una singola comunità, né avevano una parola per identificarsi, che non fosse il nome della tribù o la parola "uomo" (come negli Inuit). Al contrario, alcuni gruppi indigeni non erano nemmeno a conoscenza dell'esistenza delle altre società a cui poi sarebbero stati associati in quanto "indiani". Altri negavano qualsiasi connessione tra loro e i popoli che consideravano meno sviluppati; i Mexica del Messico centrale, per esempio, commerciarono e combatterono con molti dei loro vicini, ma non li considerarono mai come pari o uguali. Durante i tre secoli della colonizzazione spagnola alcuni accolsero la nuova categoria, diventando Indiani, mentre altri rimasero legati a identità più antiche. La natura problematica del concetto di indiano ha perciò spinto numerosi studiosi a sostituirlo con termini come "Native american" o altre etichette europee meno ovvie.
L'etno nimo Indios, di origine spagnola, è utilizzato in italiano per riferirsi alle popolazioni indigene dell'America latina, mentre in Spagna e negli stessi paesi dell'America Latina, oltre che in Portogallo, indica indifferentemente i popoli amerindi del Nord, Centro e Sud America.

Anche questo termine significa "indiani", e deriva dall'errore storico per il quale si confuse l'America con l'India.
L'espressione "pellerossa", utilizzata negli Stati Uniti e nei paesi occidentali, talvolta in senso dispregiativo, per indicare i popoli indigeni nordamericani, non è considerata "politicamente corretta" perché fa riferimento al colore della pelle dei nativi americani. Secondo alcuni l'origine del nome potrebbe avere origine dall'abitudine dei guerrieri di alcune tribù a tingersi la pelle di ocra rossa prima delle battaglie.

Per quanto il termine "indiani d'America" sia considerato politicamente scorretto, alcuni nativi preferiscono identificarsi come tali. Russell Means (attore e celebre attivista Lakota), ad esempio, dichiarò in un'intervista: «Anch'io preferisco il termine "indiano d'America". Chiunque sia nato nell'emisfero occidentale è un nativo americano».  Oggi, riassumendo, vengono utilizzati i seguenti nomi: "nativi americani", "indiani d'America", "indigeni americani", "amerindi", "amerindiani", "indios", "popoli precolombiani", "Prime nazioni" (in Canada), "aborigeni americani", "pellerossa", "popolo rosso", "uomini rossi".

Per genocidio dei nativi americani, detto anche genocidio indiano, olocausto americano (in inglese American Holocaust o Indian Holocaust) o catastrofe demografica dei nativi americani, si intende il calo demografico e lo sterminio dei nativi americani (detti anche indiani d'America, pellerossa o, nel centro-sud America, indios e amerindi), avvenuto dall'arrivo dei bianchi alla fine del XIX secolo, periodo in cui, si ritene che un numero tra i 50 e i 100 milioni di nativi morirono a causa dei colonizzatori, come conseguenza di guerre di conquista, perdita del loro ambiente, cambio dello stile di vita e soprattutto malattie contro cui i popoli nativi non avevano assolutamente difese, mentre molti furono oggetto di deliberato sterminio, poiché considerati barbari. Per altri la cifra supera i 100 milioni di morti in 500 anni, fino ad arrivare a 114 milioni.
Diversi sono i motivi, anche se principalmente la causa fu l'obiettivo di impossessarsi delle terre e delle ricchezze dei nativi, spesso giustificando in maniera ideologica o pratica gli stermini; gli stessi nativi aztechi e inca, che praticavano sacrifici umani, spesso però si erano convertiti al cristianesimo e avevano abbandonato questi riti, ma nonostante ciò erano considerati esseri inferiori e spesso da schiavizzare e la stessa sorte toccò ai nativi pacifici.

Nel Nordamerica morirono meno nativi che nel resto del continente, ma l'impatto fu più devastante a causa del numero più esiguo. Nel 1890 rimanevano 250.000 individui, e si stima che l'80 % (1 milione) fosse stato sterminato nel crollo demografico tra il 1600 e il 1890. Per questo si suole parlare di genocidio dei nativi americani o genocidio indiano, nonché di etnocidio.
Nativi e soprattutto meticci costituiscono però ancora una gran parte della popolazione sudamericana, mentre sono una piccola minoranza nel nord.


Il Nuovo Mondo conobbe nel corso del XVI secolo un notevolissimo crollo demografico della popolazione indigena del continente, principalmente dovuto alla diffusione
di patologie non curabili quali il vaiolo, l'influenza, la varicella, il morbillo. Queste patologie vennero inconsciamente portate con sé dagli europei e dai loro animali, quando sbarcarono e si stabilirono nel nuovo continente, e poi utilizzate anche in maniera conscia, come armi. Si trattava di malattie pressoché inesistenti in America: mentre le popolazioni di Europa, Asia e Africa avevano sviluppato anticorpi specifici contro di esse, gli indiani si trovarono del tutto inermi di fronte ad esse. Pertanto, questi si ammalarono rapidamente e morirono senza poter fare niente.Si stima che tra l'80% ed il 95% della popolazione indigena delle Americhe perì in un periodo di tempo che va dal 1491 al 1550 per effetto delle predette malattie. Circa un decimo dell'intera popolazione mondiale di allora (500 milioni circa) fu decimato.

La prima malattia che si diffuse nel Nuovo Mondo fu causata da una germe dell'influenza dei suini ed ebbe inizio nel 1493 a Santo Domingo e decimò la popolazione (da 1.100.000 a 10.000)[senza fonte]; nel 1518 comparve il vaiolo ad Hispaniola che si propagò dapprima in Messico, poi in Guatemala e nel Perù; la malattia destabilizzò l'impero inca favorendo la campagna di conquista di Francisco Pizarro ed il massacro della popolazione. Dopo il devastante passaggio del vaiolo e dei conquistadores, fu la volta del morbillo.

 


I massacri contro gli indiani
 
Precedentemente vi erano state già sanguinose rivolte come nelle grandi pianure; il numero di Sioux morti nella grande rivolta del 1862 (detta "guerra di Piccolo Corvo", dal capo che la guidò) rimane non documentato ma dopo la guerra 303 nativi furono accusati di assassinio e rapina dai tribunali statunitensi e successivamente condannati a morte.

Molte di queste condanne vennero commutate ma il 26 dicembre 1862 a Mankato, in Minnesota, si andò a consumare quella che ad oggi rimane la più grande esecuzione di massa nella storia degli Stati Uniti, con l'impiccagione di 38 Sioux.[15] Nel 1863 i bianchi catturararono il vecchio capo apache Mangas Coloradas; i soldati lo torturarono, prima di ucciderlo, decapitarlo e mutilarlo inviando il teschio all'est, al museo Smithsonian; quest'atto era considerato intollerabile dagli indiani, non solo per l'efferato omicidio, ma anche perché, nella religione apache, un morto decapitato era costretto a vagare senza mai trovare la pace. Fu allora che gli apache, sotto la guida di Cochise, genero del capo ucciso, cominciarono a uccidere e mutilare i bianchi, prendendo spesso gli scalpi.

Questi fatti furono utili alla propaganda contro i nativi, cosicché la stragrande maggioranza del popolo appoggiava e partecipava agli stermini dei "barbari pellerossa", spesso ignorando che le vendette erano state causate dai crimini precedenti perpretrati dei bianchi. Furono anche messe taglie e premi per chi uccideva più indiani The treachery of Lt. Bascom is still remembered by the Chiricahuas' descendants today—they remember it as "Cut the Tent.". Era raro che un guerriero indiano uccidesse donne e bambini dei nemici in guerra, e quando avveniva era per rappresaglia, mentre spesso i soldati lo facevano per affrettare l'estinzione delle tribù native. Si diffuse un'ampia letteratura, fiorente già dal 1700, poi culminata nel cinema western, in cui gli indiani venivano rappresentati come violenti e malvagi per natura.
 
Nel 1864, durante la guerra di secessione americana, avvenne una delle battaglie indiane maggiormente degne di infamia, denominata non a caso il Massacro di Sand Creek. Una milizia locale, al comando di John Chivington (il quale sosteneva l'eliminazione dei nativi, e che essi andavano «scalpati tutti, grandi e piccoli»[24]), attaccò un villaggio cheyenne ed arapaho situato nel sud-est del Colorado ed uccise e mutilò indistintamente uomini, donne e bambini. I soldati, molti di loro ubriachi, stuprarono le donne e fecero il tiro al bersaglio con i bambini.

Gli indiani di Sand Creek avevano avuto la rassicurazione dal governo degli Stati Uniti che avrebbero vissuto tranquillamente nella loro area, ma ciò che causò il massacro fu il crescente odio bianco nei confronti dei nativi. Essi avrebbero voluto trattare la pace, ma i loro ambasciatori, spesso sventolanti la bandiera bianca (tra di essi una bambina di sei anni, durante la battaglia), furono abbattuti a vista, e l'accampamento attaccato a tradimento, mentre i guerrieri maschi giovani erano in gran parte assenti (i 3/4 delle vittime furono vecchi, donne e bambini). Pochi opposero una resistenza, peraltro inutile. I prigionieri vennero tutti fucilati, comprese le donne incinte, e pochi furono i superstiti. Chivington fece prendere gli scalpi di molti nativi, e molti soldati asportarono parti di organi genitali per usarli come ornamenti]; Chivington farà esibire gli scalpi in pubblico come trofei a Denver. I morti furono tra 60 e 200 nativi e 24 militari.

Vi furono anche alcuni soldati che si rifiutarono di partecipare al massacro. I successivi congressi diffusero un appello pubblico contro altri simili carneficine nei confronti degli indiani, ma esso non fece presa nel popolo. Gli indiani della zona, tra cui alcuni superstiti cheyenne, poco inclini a combattere d'inverno e meno bellicosi degli apache, organizzarono un gruppo di 1600 uomini e reagirono saccheggiando alcuni villaggi e distruggendo alcune piste, nonché uccidendo molti coloni e soldati.
 
Nel 1875 l'ultima vera guerra Sioux scoppiò quando la corsa all'oro nel Dakota arrivò alle Black Hills (Colline Nere), territorio sacro per i nativi americani. L'esercito statunitense non precluse ai minatori l'accesso alle zone di caccia Sioux, ed inoltre quando venne chiamato ad attaccare delle bande indiane che stavano cacciando nella prateria, come loro concesso dai precedenti trattati, rispose immediatamente.

Il generale Sheridan  Più tardì, nel 1890, nella riserva settentrionale dei Lakota, a Wounded Knee nel Dakota del Sud, il rituale della "danza degli spiriti" portò l'esercito a tentare di sottomettere i Lakota. Durante l'assalto vennero uccisi più di 300 nativi americani, per la maggior parte anziani, donne e bambini. Alla notizia dell'assassinio di Toro Seduto, che ormai aveva deposto le armi e lavorava in un circo, la tribù di Miniconjou guidata da Big Foot (Piede Grosso) partì dall'accampamento sul torrente Cherry per recarsi a Pine Ridge, sperando nella protezione di Nuvola Rossa.[4] Il 28 dicembre furono intercettati da quattro squadroni di cavalleria del reggimento agli ordini da Samuel Whitside, che aveva l'ordine di condurli in un accampamento di cavalleria sul Wounded Knee. 120 uomini e 230 tra donne e bambini furono portati sulla riva del torrente, accampati e circondati da due squadroni di cavalleria e sotto tiro di due mitragliatrici. Il comando delle operazioni fu preso dal colonnello James Forsyth e l'indomani gli uomini di Piede Grosso, ammalato gravemente a causa di una polmonite, furono disarmati.

Coyote Nero, un giovane Miniconjou sordo, tardò a deporre la sua carabina Winchester, fu circondato dai soldati e, mentre deponeva l'arma, partì un colpo a cui seguì un massacro indiscriminato. Il campo venne falciato dalle mitragliatrici e i morti accertati furono 153. Secondo una stima successiva, dei 350 Miniconjou presenti, ne morirono quasi 300. Venticinque soldati furono uccisi, alcuni probabilmente vittime accidentali dei loro compagni.


Dopo aver messo in salvo i soldati feriti, un distaccamento tornò sul campo dove furono raccolti 51 indiani ancora vivi, quattro uomini e 47 tra donne e bambini, presi prigionieri. 

Tuttavia, già molto prima di questo evento erano già state eliminate le basi per la sussistenza sociale delle tribù delle Grandi Pianure, con lo sterminio quasi completo dei bisonti negli anni 80, dovuto ad una caccia indiscriminata, spesso effettuata proprio per colpire i nativi, che si nutrivano dei bisonti cacciati, ma in quantità minori tali da non estinguerli.[2] Le guerre, che spaziarono dalla colonizzazione europea dell'America del XVIII secolo fino al massacro di Wounded Knee e alla chiusura delle frontiere USA nel 1890, risultarono complessivamente nella conquista, nella decimazione, nell'assimilazione delle nazioni indiane, e nella deportazione di svariate migliaia di persone nelle riserve indiane. Gli eventi trattati costituiscono una delle basi della discriminazione razziale su base etnica, e del problema del razzismo che affliggerà gli USA fin a tutto il XX secolo.

 

 

 






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È un legume, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, ormai quasi dimenticato, coltivato solamente in alcune zone dell'Italia centrale in quantità ridotta, diffusamente coltivato per il consumo umano in Asia, Africa orientale e limitatamente anche in Europa ed in altre zone.

Tratto da: http://www.alimentipedia.it/cicerchia.html
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un legume, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, ormai quasi dimenticato, coltivato solamente in alcune zone dell'Italia centrale in quantità ridotta, diffusamente coltivato per il consumo umano in Asia, Africa orientale e limitatamente anche in Europa ed in altre zone.