I COMUNI IRPINI PIÙ E MENO VASTI

 

 

 

Comuni più vasti
Città Superficie Km2
Ariano Irpino 186.74
Bisaccia 102.16
Calitri 101.06
Montella 82.96
Lacedonia 82.10
Bagnoli irpino 68.81
Calabritto 56.33
Aquilonia 56.15
Guardia dei lombardi 55.87
Sant'Angelo dei Lombardi 55.11
Montecalvo Irpino 54.01
Nusco 53.60
Comuni meno vasti
Città Superficie Km2
Marzano di Nola 4.72
Sperone 4.70
Pago del Vallo di Lauro 4.63
San Potito Ultra 4.54
S.Michele di Serino 4.47
Torrioni 4.22
S.Lucia di Serino
3.93
Cesinali 3.73
Parolise 3.22
Petruro 3.14

 

 

 

Ariano Irpino

Le origini di Ariano sono antichissime. Le prime tracce di insediamenti umani nella zona sono stati rinvenuti a seguito di scavi archeologici nell'area a nord-est del centro cittadino, in località Starza. I reperti, provenienti da un villaggio di capanne preistorico risalente al Neolitico inferiore, sono datati a partire dal VII millennio a.C. fino al 900 a.C., quando il sito viene presumibilmente abbandonato.

Alle prime popolazioni dell'Appennino seguirono gli Irpini, una tribù dei Sanniti che fondò poco lontano dall'insediamento della Starza, oggi quasi al confine con il comune di Castelfranco in Miscano, il centro di Aequum Tuticum, che verrà poi romanizzato durante la Terza Guerra Sannitica intorno al 300 a.C. Aequum Tuticum si trovava in una posizione strategica rispetto alle vie di comunicazione dell'antichità in uno snodo tra Sannio, Campania, Apulia e Lucania, al centro dei traffici tra Tirreno ed Adriatico. In particolare, in epoca sannitica la cittadina era sorta sul tragitto del Tratturo Pescasseroli-Candela, assumendo probabilmente la funzione di stazione di sosta. La sua importanza crebbe con i romani, che la ersero a municipio, visto che proprio per Aequum Tuticum passava la via Aemilia, una diramazione dell'Appia diretta a Luceria.

Il periodo di massimo splendore, comunque, arriva nel tardo impero, quando diventa un punto di passaggio obbligato verso sud con la costruzione dell'Appia Traiana tra il I ed II secolo e la successiva via Herculia nel III secolo, che qui s'incrociano. La città viene citata per la prima volta da Cicerone che in una sua missiva a Pomponio Attico, scriveva proprio da Aequum Tuticum così dicendo: "sosta obbligata verso l'Apulia e città di elevata condizione sociale in quanto fornita di ogni comodità".

 

Nel 1495 la città sarà comprata da Alberico Carafa, il quale riceverà dal re Ferdinando II di Napoli, il titolo di “duca di Ariano” nel 1498. I Carafa la conserveranno fino al 1532, quando Carlo V la concederà ai Gonzaga, per poi passare ai Gesualdo nel 1577. Sono questi gli ultimi anni del regime feudale. Il 2 agosto 1585, infatti, Ariano si riscatta, viene reintegrata nel demanio e diventa Città Regia, andando a dipendere direttamente dal Viceré del Regno di Napoli. Questo status la porterà nei secoli successivi a rimanere fedele alla corona e ad opporsi energicamente sia ai moti di Masaniello tra il 1647-48, fino a subire l'assedio ed il saccheggio ad opera dei ribelli napoletani, per aver bloccato il transito del grano a loro destinato dalla Puglia, sia a quelli risorgimentali del settembre 1860. Oggi Ariano Irpino è un attivo centro commerciale molto noto in provincia e principalmente localizzato in via cardito con numerosi negozi,locali notturni,hotel,ristoranti,che attirano migliaia di persone dalla provincia e dalle regioni limitrofe

 

 

 

 

Dopo l'unità d'Italia

Dopo l'unità d'Italia fu sede della sottoprefettura fino al 1926. Nel 1868, la città entrò ufficialmente a far parte della Puglia, acquistando la denominazione di Ariano di Puglia che durò fino al 1930, quando ripassò a far parte della Campania, cambiando così definitivamente il proprio nome in Ariano Irpino. Proprio nel 1930 la cittadina viene violentemente colpita dal terremoto del Vulture. Altro sisma di rilievo è quello del 1962, il cui epicentro viene localizzato nei pressi della città. In quest'occasione risulta danneggiato circa l'ottanta per cento degli edifici. Meno cruenti sono invece gli effetti dovuti al sisma del 1980, il quale provoca danni solo alle strutture più fatiscenti, oltre che ad alcuni monumenti.

 

 

 

 

 

 


 

 

Sperone

 

 

Sperone, comune della provincia di Avellino, dista 20 chilometri dal capoluogo e si trova a 175 metri di altezza nella Valle Baianese,

a ridosso dell'autostrada Napoli-Bari, sul tracciato della Strada Statale 7bis, al limite tra la provincia di Avellino e quella di Napoli.

E' un centro agricolo con notevole attività commerciale, soprattutto di legname.

Notevole e qualificata è, anche, la produzione di noci e nocciole, così come la distribuzione di carni di ottimo livello.

Eccellente, infine, è la pasticceria locale e il cioccolato prodotto da piccole industrie a conduzione familiare.

 

La Storia di Sperone

Il suo toponimo è di derivazione incerta, qualcuno ha ipotizzato che vada collegato alla posizione geografica o da un elemento antroponimico.

La prima citazione risale al 1160, quando il paese era già sorto da tre o quattro secoli.

Fu un casale di Avella e ne condivise le vicende feudali fino al 1837, anno in cui ottenne l'autonomia municipale.

Successivamente fu feudo delle famiglie Celano e Sforza.