https://lh3.googleusercontent.com/JYIJezM6ZYXtls-k4X-Kj2gHCyLSC3tw52gFTB4HvRtJ2YxpXjStqOdF4YuOifUzIS4AD885t7y9OC0=w127-h77I COMUNI IRPINI PIÙ ALTI

 

 



Tabella altezza

Trevico

Sperone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comune più alto:     Trevico, 1094m

Comune meno alto: Sperone, 175m

 

Comuni più alti
Città Altitudine m.
Trevico 1094
Guardia dei lombardi 998
Nusco 914
Frigento 911
Sant'Angelo dei Lombardi 875
Vallata 870
Morra 863
Bisaccia 860
Andretta 840
Greci 823
Comuni meno alti
Città Altitudine m.
Tufo 250
Mugnano del Cardinale 250
Quindici 247
Melito Irpino 242
Avella 207
Domicella 200
Baiano 196
Lauro 192
Montoro Inferiore 190
Sperone 175

 

 


 

 

 

 

Trevico

Altitudine:                1094 m
Abitanti:                   1085
Superficie:               10 Km2
Densità:                   108 abitanti per Km2
Nome abitanti:         trevicani  
 

 

 


            

Le origini di Trevico risalgono all'età longobarda anche se il paese è citato da Orazio nella notissima satira che narra il suo viaggio da Roma a Brindisi in compagnia di Mecenate, avvenuto nel 37 a .C. Durante tale viaggio, il poeta avrebbe sostato in una modestissima e fumosa locanda nell'agro di Trevico, località Taverna delle Noci (Vallesaccarda), subendovi una cocente umiliazione da parte di una giovane donna che si fa attendere inutilmente fino alla mezzanotte.

Nel Medioevo, Trevico fu centro e roccaforte della Baronia di Vicum, comprendente gli attuali comuni di Flumeri, S. Sossio, S. Nicola, Castello, Carife, Vallata, Vallesaccarda, Scampitella e Zungoli. A questi si aggiunsero anche Villanova del Battista, Anzano, Montaguto, Accadia, S. Agata di Puglia e Ascoli Satriano che avevano lo scopo di impedire al nemico di giungere a Trevico.

Nella prima metà del Cinquecento la Baronia di Vico perse la sua unità dando origine allo Stato di Trevico, con S. Sossio e Zungoli, a quello di Flumeri, con Castello, S. Nicola e Acquara, ed ai feudi autonomi di Carife e Vallata.
L'ultimo comune che ha conquistato l'autonomia è stato Vallesaccarda nel 1958. Oggi la Baronia comprende i comuni di Trevico, Vallesaccarda, Scampitella, Vallata, Carife, Castello, S. Nicola, S. Sossio e Flumeri.

Il nome del paese deriva probabilmente dal latino "Tres Vici", che indicava l'insieme di tre villaggi: frazione S. Giuseppe e Taverna delle Noci in Vallesaccarda, e S. Pietro di Olivola verso la Puglia. Alcuni fanno derivare il nome dalla Dea Trivia che una volta aveva un tempio su questo monte. La citta' riacquista il nome di Trivicum nella meta' del cinquecento su iniziativa del marchese Ferdinando Loffredo.

Tale famiglia rimase feudataria di Trevico per circa tre secoli. Trevico fu sede vescovile per circa un millennio (da qui anche il motivo dell'appellativo di Città), fino al 1818, anno in cui, dopo il passaggio al Regno delle Due Sicilie, fu unita alla Diocesi di Lacedonia. Il primo vescovo fu Benedetto nel 964. L 'ultimo fu Agostino Gregorio Golini di Giuliano (Aversa) eletto nel 1792. Nel 1422 fu vescovo Nicolo' Saraceno Carbonelli che era originario di Trevico.

L'antichità di Trevico è testimoniata, oltre che dalla 5° Satira di Orazio Flacco, 3° libro, dove il poeta latino, narrando il suo viaggio da Roma a Venosa nel 20 a .C., racconta di una tappa nella località di "Trivici" presso una probabile stazione di posta detta "Taverna delle noci", anche dai numerosi oggetti quali fibule, vasi, monete e statuette rinvenuti nel corso di alcuni scavi.

Vero gioiello d'arte è la Cripta della Cattedrale che, realizzata tra il 455 534, doveva costituire il primo tempio, dedicato all'antica divinità pagana "Trivia", nel quale pregavano i cristiani della zona, da qui la probabile derivazione del nome del paese.

Altri studiosi, invece, fanno risalire il suo nome all'epoca sannitica, in quanto in questa area sorgevano villaggi sparsi detti "vici", come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici, e si ritiene che in quel luogo ne sorgevano tre da cui il nome "Tres Vici" e poi "Trivicum" diventando da allora un presidio di romanità in terra irpinia. I resti archeologici della Cripta della Cattedrale si trovano all'interno della Cattedrale dell'Assunta detta anche della Madonna della Libera. Visitabili tutti i giorni dalle 9 alle 12.

 

 

 

 

 

Sperone

 

 

 

 


    Area: 3 km²
    Meteo: 31 °C, vento S a 14 km/h, umidità 49%
    Provincia: Provincia di Avellino
    Regione: Campania

 

Sperone è un paese di 3.717 abitanti della provincia di Avellino in Campania.

Il territorio speronese all'inizio era dentro la cinta delle mura di Avella, di cui popolazione apparteneva al ceppo etnico-linguistico osco-sannita, della fattispecie irpina. Dopo le guerre, che Roma sostenne vittoriosamente contro le popolazioni italiche, un gruppo di sconfitti, denominato Osco-Sannita, fu deportato dal proprio territorio, Samnium - situato più a nord dell'attuale Sannio, più vicino all'attuale Molise, in territori deserti e disabilitati, corrispondenti all'attuale provincia di Avellino, denominata Irpinia.

A questa colonia Sannita fu aggregato,inoltre, durante il periodo della deportazione, un piccolo gruppo appartenente a quello dei Liguri, abitanti l'omonima regione odierna.

Dopo le invasioni barbariche, Avella romana fu distrutta i gli abitanti che, durante la bufera si erano rifugiati sui monti soprastanti , costituirono nuovi nuclei, e furono a lungo uniti con Avella, per poi distaccarsene man mano. Con il passare del tempo, crescendo il numero degli abitanti di Avella, una parte di essi si insediò a mezzogiorno verso Sperone nelle vicinanze dell'antichissima chiesa di S. Elia.

Imponenti si ergevano le sei porte dell'antica Avella; fra queste la porta di Corte sorgeva nel quartiere di Sperone come si apprende dal repertorio archeologico in lingua osco-sannita Cippus Abellanus, custodito presso il Seminario Vescovile di Nola. La porta suddetta, in epoca posteriore, fu chiamata anche porta di S. Elia.