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Nome ufficiale:       República de Chile
Lingue ufficiali:     Spagnolo
Capitale:             Santiago del Cile
Forma di governo:     Repubblica presidenziale
Presidente:           Michelle Bachelet
Indipendenza:         Dalla Spagna, 12 febbraio 1818
Ingresso nell'ONU:    24 ottobre 1945
Superficie:           755.838,7[1] km²
Popolazione:          17.113.688 ab


 

 
Il Cile (in spagnolo: Chile) è un paese situato nell'estremo sudovest del continente americano. Il suo nome ufficiale è Repubblica del Cile (República de Chile) e la sua capitale è Santiago del Cile. Origine del nome: Lago Nordenskjöld, Parco Nazionale Torres del Paine, Patagonia cilena. Vi sono diverse teorie sull'origine del nome Chile. Secondo una di queste, descritta dal cronista del XVIII secolo Diego de Rosales, il termine deriva dal nome di uno dei capotribù (cacique) chiamato "Tili" che governava la valle dell'Aconcagua fino alla conquista da parte degli Incas[6] Un'altra teoria punta sulla somiglianza tra la valle dell'Aconcagua e la valle di Casma in Perù, nella quale si trovava una città e una vallata chiamate Chili.[6].Altre teorie sostengono che il nome Chile derivi dal termine Mapuche chilli, che significa "dove finisce la terra" oppure dal termine Quechua chin, "freddo". I primi spagnoli sentirono il nome dagli Incas e dai pochi sopravvissuti della prima spedizione in Perù di Diego de Almagro (1535-36) che si definivano "uomini di Chilli". L'abate Molina nel suo Compendio de la historia geográfica, natural y civil del reino de Chile fa risalire il termine alla parola mapuche chi o trih con cui veniva definito un uccello con una macchia rossa sulle ali.



L'epoca precolombiana

 

 

Diversi studi collocano l'epoca del popolamento dell'attuale territorio cileno a circa 10.500 anni a.C. . Il Cile preispanico era popolato da una varietà di culture di indigeni che si stanziarono in bande longitudinali incrociando anche le Ande ed arrivando a territori attualmente argentini nell'Atlantico. Nella zona del nord del Paese i gruppi amerindi Aymara, Atacameña e Diaguita stabilirono culture fortemente agricole da parte dell'impero Inca che, dal secolo XV, dominò una grande parte del territorio attuale del Cile fino al fiume Maule. Al sud del fiume Aconcagua si stabilirono le varie comunità seminomadi degli amerindi mapuche, la principale etnia indigena del Paese. Nei canali australi, infine, hanno abitato diversi gruppi indigeni come gli amerindi Chono, Yámana, Alacalufe ed Ona. Nell'Isola di Pasqua si sviluppò un'avanzata e misteriosa cultura polinesica, praticamente estinta oggi.

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La conquista


Nel 1520, Ferdinando Magellano fu il primo esploratore europeo a visitare il territorio cileno percorrendo lo stretto che porta il suo nome. Ma fu soltanto nel 1535 che i conquistatori spagnoli provarono a conquistare le terre della "valle del Cile" dopo aver destituito l'impero Inca. La prima spedizione, condotta da Diego de Almagro, non ebbe i risultati voluti, seguì il tentativo di conquista guidato da Pedro de Valdivia. Lungo il suo cammino verso sud, ed attraversando il deserto di Atacama, Valdivia fondò una serie di centri abitati, il primo ed il più importante, il 12 febbraio del 1541, la città di Santiago della Nuova Estremadura. Pedro de Valdivia

Valdivia iniziò in seguito una campagna militare diretta verso i territori più meridionali dove erano insediate le tribù mapuche, dando così inizio alla guerra di Arauco, che Alonso de Ercilla riportò magistralmente nella sua opera La Araucana (1576). I contrasti si protrassero per circa tre secoli, benché con numerosi intervalli di pace grazie alla realizzazione di "Parlamenti" come quello di Quilín nel 1641 che avrebbe stabilito un limite tra il governo coloniale e le tribù indigene lungo il fiume Bío bío, dando nome alla zona conosciuta ancora oggi come La Frontiera.

Un discorso a parte merita il tentativo effettuato da Pedro Sarmiento de Gamboa, a partire dal 1581, di colonizzare i territori al nord dello Stretto di Magellano, fondando le città Nombre de Jesus nella bocca occidentale dello Stretto e quella Rey Don Felipe nelle prossimità dell'attuale Fuerte Bulnes, circa 60 km a sud di Punta Arenas. Il tentativo fallì miseramente con la morte di tutti i coloni meno Tomé Hernandez che al passare del corsaro inglese Cavendish decise di salire a bordo e di raccontare l'esito della spedizione in un suo scritto. La Capitanía General de Chile, chiamata anche il Regno del Cile, era una delle colonie più australi dell'Impero Spagnolo. A causa della sua lontana posizione dai
grandi centri e dalle strade commerciali imperiali ed a causa del conflitto con i mapuche, il Cile è stato una provincia povera appartenente al Vicereame del Perù e la cui economia era praticamente destinata per sostenere i pochi abitanti del territorio.  Si estende su un lungo e stretto lembo di terra tra l'Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande. La superficie totale del paese è 755.838,7 km², comprensiva di territori insulari nell'Oceano Pacifico, come le Isole Juan Fernández, Sala y Gómez, Isole Desventuradas e l'Isola di Pasqua (situata in Polinesia). Il Cile reclama inoltre la sovranità anche su una zona dell'Antartide denominata Territorio Cileno Antartico. Avendo territori in America del Sud, Oceania (Polinesia) e Antartide (rivendicato) il Cile si considera il "Paese dei tre continenti".
I suoi circa 17 milioni di abitanti dispongono un indice di sviluppo umano, percentuale di globalizzazione, PIL procapite, livello di crescita economica e qualità della vita tra i più elevati dell'America Latina assieme all'Argentina, l'Uruguay, il Messico e il Brasile.

 

 

 

 

Salvador allende

Salvador Guillermo Allende Gossens è stato un politico cileno, primo Presidente marxista democraticamente eletto nelle Americhe e, secondo alcuni, al mondo.
Data di nascita: 26 giugno 1908, Santiago del Cile, Cile
Data di morte: 11 settembre 1973, Santiago del Cile, Cile
Coniuge: Hortensia Bussi (s. 1940–1973)
Mandato presidenziale: 4 novembre 1970 – 11 settembre 1973
Figli: Isabel Allende Bussi, Beatriz Allende, Carmen Paz Allende
Fratelli: Laura Allende Gossens, Alfredo Allende Gossens, Salvador Allende Gossens, Inés Allende Gossens. Salvador Guillermo Allende Gossens Valparaiso, 26 giugno 1908  – Santiago del Cile, 11 settembre 1973) è stato un politico cileno, primo Presidente marxista democraticamente eletto nelle Americhe e, secondo alcuni, al mondo. Allende venne eletto il 4 settembre 1970 e fu Presidente del Cile dal 3 novembre 1970 fino alla destituzione violenta a seguito di un colpo di Stato militare appoggiato dagli Stati Uniti, avvenuta l'11 settembre 1973, giorno della sua morte.
Laureatosi in medicina all'Universidad de Chile, ne fu allontanato e venne inquisito per motivi politici alla fine degli studi. Nel 1933 partecipò alla fondazione del Partito Socialista del Cile. Successivamente eletto deputato del Parlamento cileno nel 1937; quindi nel 1943 venne scelto come segretario dei socialisti e ricoprì la carica di Ministro della Sanità e delle Politiche Sociali; infine nel 1945 divenne senatore e nel 1966 Presidente del Senato. Nel 1970 ottenne la vittoria elettorale, come candidato dichiaratamente marxista, oltre che socialista democratico, alla carica di Presidente della Repubblica del Cile, quindi presiedette un governo di coalizione tra socialisti, comunisti, radicali e cattolici di sinistra.
L'11 settembre 1973, un golpe organizzato dall'esercito causò la sua morte in circostanze drammatiche - probabilmente suicida - nel palazzo presidenziale a Santiago del Cile, portando al governo il generale Augusto Pinochet che instaurò una dittatura militare.

I suoi sostenitori si riferiscono a lui come Compañero Presidente ("Compagno Presidente") e alcuni lo annoverano tra i pochi rivoluzionari non violenti.[8]Prima di morire, Salvador Allende affida alla radio il suo ultimo messaggio, che influenzerà la futura coscienza del paese. L'Esercito cileno conduce materialmente il golpe, ma non restituisce il potere alla Destra politica ed economica che l'aveva ideato: lo consegna invece nelle mani del generale Augusto Pinochet Ugarte, nato a Valparaiso il 25 novembre 1915, che passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori.

Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte sparire almeno trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Víctor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai.

 

Le manovre della CIA
Una volta che Allende fu eletto, con l'appoggio della Democrazia Cristiana, la CIA condusse operazioni nel tentativo di spingere il Presidente uscente del Cile, Eduardo Frei Montalva, a bloccare la ratifica, da parte del Congresso, della nomina di Allende a nuovo Presidente. Il piano della CIA era di persuadere il Congresso Cileno ad eleggere presidente l'avversario di Allende, il candidato del Partito Liberal Conservatore Jorge Alessandri Rodríguez.
Sempre secondo il piano, Alessandri avrebbe prontamente rassegnato le dimissioni dopo essere stato eletto, per poter indire nuove elezioni. Con il ricorso a questo trucco, Eduardo Frei avrebbe così potuto ripresentarsi alle elezioni nell'apparente formale rispetto della legalità (la Costituzione cilena allora vigente vietava infatti più di due mandati presidenziali, ma solo se questi erano consecutivi), e presumibilmente avrebbe sconfitto Allende.

In ogni caso, alla fine, Frei, nonostante le fortissime pressioni statunitensi, non se la sentì di forzare la Costituzione bloccando la ratifica, così il Congresso scelse di designare Allende come presidente, a patto però che firmasse uno "Statuto di Garanzie Costituzionali" nel quale garantiva che le sue riforme socialiste non avrebbero stravolto nessun elemento della Costituzione Cilena.

Diritti delle donne

Per migliorare le condizioni sociali ed economiche delle donne, venne fondata nel 1971 la Segreteria delle Donne che si occupò di assistenza prenatale, servizi di lavanderia, programmi alimentari pubblici, centri diurni, e cura della salute delle donne. La durata del congedo di maternità è stata estesa da 6 a 12 settimane.

Durante la sua presidenza Allende non ebbe facili rapporti col Congresso Cileno, in cui era forte l'influenza del Democratico Cristiano del Cile, partito cristiano-sociale. I Cristiano-Democratici continuavano ad affermare che Allende stava conducendo il Cile verso un regime dittatoriale, sulla falsariga del governo cubano di Castro, e cercavano di moderare molte delle sue maggiori riforme costituzionali. Alcuni membri del Congresso addirittura invocarono l'intervento delle forze armate, tradizionalmente neutrali, a compiere un golpe per "proteggere la costituzione". Appena prima del golpe del 1973, l'inflazione annuale era cresciuta notevolmente, toccando punte del 300%. Bisogna tuttavia tener conto anche del fatto che nei mesi seguenti al golpe l'inflazione giunse anche al 700%, scendendo sotto il 100% solo nel 1977.[39][40] Secondo lo storico Paul Sigmund, anche qualora il golpe non si fosse verificato, il governo Allende non sarebbe giunto al termine del mandato dei sei anni a meno di modificare radicalmente il proprio operato.

Nel 1971, a seguito di una singolare visita ufficiale, durata addirittura un mese, del presidente cubano Fidel Castro (con il quale aveva stretto una profonda amicizia personale), Allende annunciò il ripristino delle relazioni diplomatiche con Cuba, nonostante in una dichiarazione dell'Organizzazione degli Stati Americani, cui il Cile aderiva, si fosse stabilito che nessuna nazione occidentale avrebbe concesso aperture verso quello Stato. Allende strinse un rapporto anche col presidente argentino Héctor José Cámpora, peronista di sinistra, e incontrò nel 1973 anche Juan Domingo Perón, leader da sempre malvisto dagli Stati Uniti. La politica di Allende, sempre più sbilanciata a sinistra verso il socialismo (in parte in accoglimento delle pressioni di alcune delle frange più massimaliste della sua coalizione), e gli stretti rapporti con Cuba[42], allarmarono Washington.

L'amministrazione Nixon cominciò ad esercitare una pressione economica sempre più crescente attraverso molti canali, alcuni dei quali erano legali (come l'embargo), ma molti di più illegali, attraverso il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso Cileno e nel 1972 attraverso l'inconsueto appoggio economico erogato al sindacato dei camionisti, che paralizzò il paese. Va notato però che la banca americana Import-Export non aveva concesso prestiti nemmeno a Frei, il predecessore di Allende, e che le pressioni per saldare i debiti provenivano spesso da banche private, e quindi le motivazioni erano di carattere economico e non politico.[41] Allende ricevette il premio Lenin per la pace da parte dell'Unione Sovietica. Fu anche criticato per non aver concesso, così come i predecessori e il successore, l'estradizione in Germania del criminale nazista Walter Rauff, rintracciato in Cile dal centro di Simon Wiesenthal.La morte di Allende
Il palazzo presidenziale colpito dai bombardamenti. Durante l'assedio e la successiva presa del Palacio de La Moneda, Allende morì in circostanze non del tutto chiarite[60], dopo un ultimo discorso alla radio, in cui affermò: « Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore. »

 

 

 

ll golpe e PinochetFoto

 

 L'11 settembre del 1973 si attua il colpo di Stato cileno, con l'aiuto della CIA. Durante il golpe perderà la vita lo stesso Allende, morto all'interno del Palazzo della Moneda, e secondo la versione ufficiale suicidatosi poco prima di cadere nelle mani dei militari golpisti[8]. Nel luglio 2011 una nuova autopsia effettuata sul corpo riesumato di Allende da esperti internazionali e divulgata dal Servizio Sanitario di Santiago ha confermato la tesi del suicidio. Pinochet salì al potere rimpiazzando il rinunciatario comandante in capo dell'esercito, generale Carlos Prat (il quale aveva deciso di abbandonare l'incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dall'oligarchia cilena. Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a generale (precedente al colpo di Stato) contò inizialmente proprio sull'approvazione di Allende, e fu resa possibile da un dettaglio tecnico legato all'anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Questa decisione politica fu presa nel tentativo estremo di placare il colpo di Stato che era nell'aria da tempo, nonostante i precedenti della carriera professionale di Pinochet avessero già evidenziato il suo profilo repressivo e violento. Negli anni sessanta, ad esempio, durante il governo del cristiano-democratico Eduardo Frei Montalva, gli venne dato l'incarico di soffocare uno sciopero nella zona desertica situata nel nord del Cile: la repressione fu sanguinosa, il numero dei morti e dei feriti fu elevato. Malgrado questi precedenti l'esecutivo approvò la sua nomina, segnando involontariamente la propria sorte

Ad ogni buon conto Pinochet e l'Esercito giocarono un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che il giorno 11 settembre 1973 sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élite imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). Un aiuto fondamentale dal punto di vista organizzativo all'ascesa del dittatore è stato fornito da parte degli Stati Uniti, timorosi che la "macchia" socialista si espandesse anche nell'area sudamericana.

La soluzione della crisi di governo venne affidata all'Esercito in quanto storico garante dell'ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la tristemente celebre scuola "delle Americhe", allora stanziata a Panama (in cui vengono insegnati tuttora vari metodi di repressione psichica e fisica, dalle minacce al genocidio alla tortura). Dal 1973 al 1990 dunque il mondo fu testimone di migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esili.
Con la nuova costituzione emanata nel 1988 venne stabilito che, attraverso un plebiscito, si sarebbe deciso se Pinochet sarebbe potuto rimanere in carica ancora per un altro mandato come presidente della Repubblica. Il Plebiscito cileno del 1988 fu sfavorevole a Pinochet, e portò alle prime elezioni democratiche del 14 dicembre 1989. Pinochet lasciò ufficialmente la presidenza l'11 marzo 1990, ma nella nuova democrazia l'ex dittatore mantenne comunque la carica di comandante supremo delle forze armate.
La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l'omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il prosieguo della repressione ai danni dell'opposizione rimaneva una realtà; l'assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.

La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo prima considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari aveva ancora numerosi seguaci), iniziò il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzón emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena.
A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.
Il ministro dell'Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione che suonò come un insulto alla memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.
A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio ex dittatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che per oltre vent'anni ha dominato col pugno di ferro.
In seguito ad un attacco di cuore, Augusto Pinochet muore il 10 dicembre 2006 dopo alcune settimane di degenza nell'ospedale militare di Santiago, a 91 anni. La Repubblica cilena negò
che per il dittatore avesse luogo il funerale di Stato. Massiccia fu la presenza delle gerarchie militari, simpatizzanti di estrema destra e delle più alte cariche della Chiesa cattolica. 

La brutalità del golpe militare e la poesia di Pablo Neruda . Quando si pensa al Cile la coscienza collettiva è attraversata da sensazioni contrastanti. Da un lato la violenta presa del potere di Augusto Pinochet che nel 1973 ha deposto – nel sangue – la leadership socialista di Salvador Allende. Dall’altro la poetica sconfinata di Pablo Neruda, autore impegnato e instancabile viaggiatore, cileno orgoglioso e convinto cittadino del mondo. Ma è difficile che il sentore comune possa percepire il Cile, oggi, come una delle nazioni più tecnologiche e innovative del Sudamerica. Basti pensare che tra il 1985 e il 2009 la sua crescita è stata del 5,5%, uno dei tassi medi più alti a livello globale. Il World Economic Forum l’ha considerata “l’economica più competitiva dell’America Latina”, anche grazie al 17% di imposta sulle società e al sistema di infrastrutture che presenta, ad esempio, un’avanzata rete di telecomunicazioni e 37 aeroporti. Per favorire gli investimenti il governo cileno mette a disposizione fino a 30.000$ per incentivare potenziali investitori a esplorare il paese. Non solo. Nel 2010 è stato creato il programma “Start-Up Chile”, secondo il portale startupchile.org “un modo per rendere il Chile l’hub tecnologico dell’America Latina”. Nello stesso anno sono state finanziate 22 startup da 14 paesi diversi, a cui il governo ha messo a disposizione 40,000$ di capitale d’avviamento e il visto temporaneo di un anno. Solo nel 2011, su 330 domande, sono state finanziate 87 realtà imprenditoriali.Tra una poesia cilena, un manuale storico e una canzone degli Inti Illimani, a Santiago del Cile giovani startupper guardano al futuro peravere, un giorno, tanti Neruda digitali e pochi Pinochet politici.

 

 

 

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Pablo Neruda

 

Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliezer Neftalí Reyes Basoalto[1] (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973), è stato un poeta, diplomatico e politico cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americana contemporanea. 

Scelse lo pseudonimo di Pablo Neruda, in onore dello scrittore e poeta cecoslovacco Jan Neruda, e che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale. Definito da Gabriel García Márquez "il più grande poeta del XX secolo, in qualsiasi lingua"[2] e considerato da Harold Bloom tra gli scrittori più rappresentantivi del canone Occidentale, è stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura.
Ha anche ricoperto per il proprio Paese incarichi di primo piano diplomatici e politici. Inoltre è conosciuto per la sua volontaria adesione al comunismo (per cui subì censure e persecuzioni politiche, dovendo anche espatriare), la sua candidatura a Presidente del Cile nel 1970, e il successivo sostegno al socialista Salvador Allende. Morì in un ospedale di Santiago poco dopo il golpe di Pinochet nel 1973, ufficialmente di tumore ma in circostanze ritenute dubbie[3], mentre stava per partire per un nuovo esilio.

Ricardo Eliezer Reyes Basoalto nacque a Parral, in Cile, il 12 luglio del 1904, figlio di José del Carmen Reyes Morales, un impiegato delle ferrovie, e di Rosa Neftalí Basoalto Opazo, un'insegnante, che morì di tubercolosi quando il piccolo Pablo non aveva che un mese di vita. Nel 1906, all'età di due anni, il futuro poeta si trasferì col padre nella città di Temuco, dove ben presto il genitore convolò a nozze con Trinidad Candia Marverde (una donna che il giovane Pablo soleva chiamare "Mamadre" e a cui dedicò anche alcune sue poesie), già madre di un figlio di nove anni più vecchio, Rodolfo, con la quale il padre ebbe una figlia, Laurita.

Il giovane Neruda, al quale il padre aggiunse all'anagrafe il nome Neftalí, dal secondo nome della madre defunta (con cui, tra l'altro, veniva spesso chiamato dai familiari), dimostrò un interesse per la scrittura e la letteratura, avversato dal padre stesso ma incoraggiato dalla futura vincitrice del Premio Nobel Gabriela Mistral, che fu sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore fu l'articolo "Entusiasmo y perseverancia", pubblicato ad appena 13 anni sul giornale locale "La Mañana" diretto dallo zio adottivo.


Nel 1920 iniziò ad utilizzare per le sue pubblicazioni lo pseudonimo di Pablo Neruda, in omaggio a Jan Neruda, con cui è tutt'oggi pressoché esclusivamente conosciuto, in modo di poter scrivere poesie senza che il padre (il quale riteneva quest'arte un'attività poco "rispettabile") lo scoprisse. L'anno successivo, il 1921, si trasferì a Santiago per studiare la lingua francese e con l'intenzione iniziale di diventare in seguito insegnante, idea ben presto abbandonata per la poesia.
Nel 1923 pubblicò il suo primo volume in versi, Crepusculario, che fu apprezzato da scrittori come Alone, Raúl Silva Castro e Pedro Prado, seguito a distanza di un anno da Veinte poemas de amor y una canción desesperada, una raccolta di poesie d'amore, di stile modernista ed erotico, motivo che spinse alcuni editori a rifiutarlo. Grazie a queste due opere venne acclamato e tradotto in alcuni paesi stranieri: tuttora esse sono tra le sue opere maggiormente apprezzate.
fascisti di Francisco Franco durante gli anni della guerra civile spagnola. La sua "svolta a sinistra" fu ancora più decisa dopo la barbara uccisione, da parte delle forze del generale Franco, di Federico García Lorca, di cui era divenuto amico: l'appoggio di Neruda al fronte repubblicano, che si opponeva all'allora nascente dittatura franchista, fu totale, sia nei discorsi che negli scritti, come, ad esempio, la raccolta di poesie España en el corazón.

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Neruda in un francobollo della DDR del 1974

In seguito all'elezione a presidente del Cile di Pedro Aguirre Cerda nel 1938, di cui Neruda era stato sostenitore, il poeta ricevette l'incarico di far evacuare dai campi francesi i 2.000 esiliati spagnoli, per i quali organizzò un trasferimento via mare in Cile utilizzando la nave Winnipeg. In questa occasione gli venne rimproverato di aver privilegiato gli sfollati di fede comunista a scapito degli altri, anche se sembra che la scelta sulle persone da imbarcare fosse stata fatta principalmente dal presidente della repubblica spagnola in esilio, Juan Negrín.

L'inconsistenza di queste rimostranze è poi ulteriormente dimostrata dal grande affetto con cui, ancora oggi, è largamente ricordato in Francia. Tra il 1940 e il 1943 gli venne assegnato l'incarico di console generale a Città del Messico e fu in questi anni che divorziò dalla prima moglie, si sposò con Delia del Carril e apprese della morte della figlia, a soli 8 anni, nei territori occupati dei Paesi Bassi. Neruda aiutò il pittore messicano David Alfaro Siqueiros, accusato di essere uno dei cospiratori coinvolti nel tentativo di omicidio di Leon Trotsky nel 1940, facendogli ottenere un visto di ingresso per il Cile e dandogli ospitalità.

Siqueiros dipinse in quel periodo un murale nella scuola di Chillán. Nel 1943, durante il viaggio di ritorno a casa, si fermò in Perù, visitò Machu Picchu, e rimase molto colpito dalla città degli Inca, che gli ispirò, nel 1945, la scrittura di Alturas de Macchu Picchu, un poema in dodici parti sulla colonizzazione spagnola. Lo stesso argomento ispirò anche Canto general, pubblicato nel 1950, che contiene fortissimi accenti polemici contro il cosiddetto imperialismo statunitense (di cui, tra l'altro, denunciò gli abusi di multinazionali come la Coca-Cola).

Negli anni successivi, espresse la sua ammirazione per l'Unione Sovietica - anche per il ruolo decisivo svolto nella definitiva sconfitta della Germania nazista - e per Stalin, a cui nel 1953 dedicò una composizione, in occasione della morte. Le rivelazioni successive sul culto della personalità coltivato dal leader sovietico e sulle purghe staliniste (a partire dal celebre discorso di Nikita Khruščёv, successore di Stalin, durante il XX congresso del partito comunista sovietico di Mosca del febbraio 1956) spinsero Neruda a cambiare opinione e a rinnegare l'ammirazione espressa in precedenza: nelle sue memorie manifestò il suo rammarico per aver contribuito alla creazione di un'immagine non reale di Stalin.

Questo errore di valutazione lo portò a guardare con occhio diverso anche il comunismo cinese, che conobbe durante un viaggio nel 1957, temendo la ripetizione degli stessi errori - cioè la venerazione di una "divinità socialista" - anche nei confronti di Mao Tse-Tung[5]. Nonostante le disillusioni, Neruda rimase comunque sempre fedele alle sue convinzioni comuniste e fu criticato da molti detrattori che lo accusarono di non aver mai preso posizione a favore degli intellettuali dissidenti Boris Pasternak e Joseph Brodsky.

 

 

 

 

Michelle Bachelet

Michelle Bachelet, nome completo Verónica Michelle Bachelet Jeria (Santiago del Cile, 29 settembre 1951), è una politica cilena, appartenente al Partito Socialista del Cile.

Prima presidente donna del suo Paese, in carica dall'11 marzo 2006, all'11 marzo 2010. La Bachelet è stata anche ministro della sanità e ministro della difesa con il precedente presidente, Ricardo Lagos.

Bachelet è madre separata di tre figli[1] e parla spagnolo, inglese, tedesco, portoghese, francese ed un po' di russo. La Bachelet è stata di nuovo la candidata alle presidenziali del 2013 per la coalizione di centro-sinistra Nuova Maggioranza dopo la vittoria alle primarie di coalizione del 30 giugno 2013. Il 15 dicembre 2013 ha vinto nuovamente le elezioni, divenendo Presidente eletto del Cile.[2] ed è entrata in carica l'11 marzo 2014.

Michelle Bachelet nasce a Santiago del Cile da Alberto Bachelet, generale dell'aviazione cilena e Ángela Jeria, antropologa. Diplomata nel 1969 al Liceo Nº 1 Javiera Carrera, una scuola femminile, nel 1970 entra alla facoltà di medicina dell'Università del Cile. Durante il governo di Salvador Allende il padre della Bachelet dirige l'ufficio per la distribuzione delle derrate alimentari e a seguito del golpe cileno dell'11 settembre 1973 viene imprigionato presso l'accademia aeronautica, sotto accusa di tradimento, per essersi rifiutato di ribellarsi contro Allende.


FotoMichelle Bachelet e suo padre Alberto

A seguito delle torture subite, Alberto Bachelet morì nel 1974 per arresto cardiaco nella prigione di Santiago. Anche l'allora fidanzato della Bachelet, Jaime López, fu detenuto e torturato ed entrò nel novero dei desaparecidos. Il 10 gennaio 1975 anche Michelle e sua madre furono arrestate e vennero detenute e torturate a Villa Grimaldi, noto centro di detenzione di Santiago, per 21 giorni[4]. I suoi compagni di partito e amici furono torturati con l'elettricità e spesso uccisi, e lei dovette subire privazioni e violenze fisiche e psicologiche (come assistere alle torture di altri e minacce di violenza sessuale o di morte, sia nei suoi confronti che in quelli di sua madre), ma scampò a quelle più pesanti.[5][6] Ha raccontato di essere stata interrogata direttamente da Manuel Contreras, il capo della DINA, la polizia politica di Pinochet.

Grazie ad alcune conoscenze familiari, le due donne vennero poi liberate ed esiliate, e raggiunsero in Australia il fratello maggiore di Michelle, Alberto, che viveva lì dal 1969. La Bachelet e sua madre si spostarono quindi in Germania Est, dove il governo comunista concedeva asilo politico ai rifugiati cileni, e dove Michelle imparò il tedesco presso l'Herder Institut di Lipsia; continuò gli studi medici presso l'Università Humboldt di Berlino. Nel 1979 Michelle viene autorizzata a tornare in Cile, dove conclude gli studi e si laurea (nel 1982) presso l'Università del Cile come medico chirurgo.

Tra il 1983 ed il 1986 si specializza in pediatria e sanità pubblica presso l'ospedale pediatrico "Roberto del Río". In questo periodo torna all'attività politica, impegnandosi sul fronte del ripristino della democrazia, con l'allentamento della pressione autoritaria.[1] Tra il 1985 ed il 1987 ha una relazione con Alex Vojkovic, un portavoce del Fronte Patriottico Manuel Rodríguez (FPMR), un gruppo di lotta armata tra i cui piani rientrava anche un attentato contro il generale Augusto Pinochet nel 1986. Collabora inoltre con alcune organizzazioni non governative come il PIDEE (che presiede tra il 1986 e il 1990) che aiuta i figli dei torturati e degli scomparsi.[9] Partecipa alla campagna per il fronte del "No" nel plebiscito cileno del 1988 indetto su pressioni internazionali e seguendo la Costituzione cilena del 1980, con cui Pinochet voleva garantirsi la permanenza in carica; il voto lo obbligò invece al ritiro e all'indizione di libere elezioni nel 1989. L'11 marzo 1990 Pinochet si dimise e il nuovo governo democratico entrò in carica.

Con il ritorno al regime democratico, la Bachelet lavora per il ministero della sanità, come consulente della Pan-American Health Organization e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra il 1994 e il 1997 la Bachelet lavora come consigliera per la sottosegreteria del Ministero della Sanità. Spinta dall'interesse per le relazioni tra società civile e apparati militari, inizia a studiare presso l'Accademia Nazionale di Studi Politici e Strategici (Anepe), uscendone a pieni voti e ottenendo di proseguire i suoi studi negli Stati Uniti, all'Inter-American Defense College di Washington con una borsa di studio. Nel 1998 torna in Cile per lavorare presso il Ministero della Difesa come consigliera del ministro e consegue un master in "scienza militare" presso l'Accademia Militare dell'esercito cileno. Salvador Guillermo Allende Gossens Valparaiso, 26 giugno 1908– Santiago del Cile, 11 settembre 1973) è stato un politico cileno, primo Presidente marxista democraticamente eletto nelle Americhe e, secondo alcuni, al mondo. Allende venne eletto il 4 settembre 1970 e fu Presidente del Cile dal 3 novembre 1970 fino alla destituzione violenta a seguito di un colpo di Stato militare appoggiato dagli Stati Uniti, avvenuta l'11 settembre 1973, giorno della sua morte.

Laureatosi in medicina all'Universidad de Chile, ne fu allontanato e venne inquisito per motivi politici alla fine degli studi. Nel 1933 partecipò alla fondazione del Partito Socialista del Cile. Successivamente eletto deputato del Parlamento cileno nel 1937; quindi nel 1943 venne scelto come segretario dei socialisti e ricoprì la carica di Ministro della Sanità e delle Politiche Sociali; infine nel 1945 divenne senatore e nel 1966 Presidente del Senato. Nel 1970 ottenne la vittoria elettorale, come candidato dichiaratamente marxista, oltre che socialista democratico, alla carica di Presidente della Repubblica del Cile, quindi presiedette un governo di coalizione tra socialisti, comunisti, radicali e cattolici di sinistra.
L'11 settembre 1973, un golpe organizzato dall'esercito causò la sua morte in circostanze drammatiche - probabilmente suicida - nel palazzo presidenziale a Santiago del Cile, portando al governo il generale Augusto Pinochet che instaurò una dittatura militare. I suoi sostenitori si riferiscono a lui come Compañero Presidente ("Compagno Presidente") e alcuni lo annoverano tra i pochi rivoluzionari non violenti.
Nacque a Valparaíso il 26 giugno del 1908 con il nome di Salvador Isabelino del Sagrado Corazón de Jesus Allende Gossens che successivamente cambiò in Salvador Guillermo Allende Gossens, figlio di Salvador Allende Castro, un avvocato e politico cileno di origini basche e spagnole, e di Laura Gossens Uribe, cilena di origini vallone e basche, profondamente religiosa. Entrambi i genitori appartenevano ad abbienti famiglie borghesi di tradizioni progressiste. Il suo nome fu ripreso da quello di uno dei suoi fratelli, morto ancora piccolo.
Il nonno Ramón Allende Padin Huelvo fu Serenissimo Gran Maestro della Gran Loggia del Cile, la principale loggia massonica del paese e fondatore della Loggia di Valparaiso, del quale fecero parte Allende e suo padre. Nel 1940 Allende sposò Hortensia Bussi, soprannominata "Tencha", dalla quale ebbe tre figlie, Carmen Paz, Isabel e Beatriz. Inoltre si occupò della famiglia della giovanissima cugina e futura scrittrice Isabel Allende Llona, abbandonata dal padre, che Allende considerava come una nipote (lei stessa lo chiamava zio). Allende ebbe anche numerose relazioni extraconiugali nel corso della sua vita.

 

 

Vino

 


La regione di Tarapacá (in spagnolo: I Región de Tarapacá) è una delle regione amministrativa del Cile, è chiamata anche I Región. Confina a nord con la regione di Arica e Parinacota costituita nel 2007 con territori scorporati proprio dalla regione di Tarapacá, a est confina con il dipartimento boliviano di Oruro, a sud con la Antofagasta e a ovest si affaccia sull'Oceano Pacifico.

La regione di Tarapacá (in spagnolo: I Región de Tarapacá) è una delle regione amministrativa del Cile, è chiamata anche I Región.
Confina a nord con la regione di Arica e Parinacota costituita nel 2007 con territori scorporati proprio dalla regione di Tarapacá, a est confina con il dipartimento boliviano di Oruro, a sud con la Antofagasta e a ovest si affaccia sull'Oceano Pacifico. Quando si parla di America Latina, si parla di problemi economici e sociali; ma il Cile, al contrario degli altri stati, sembra godere di particolari privilegi, a dispetto di tutti. In poco più di quindici anni si è assistito ad un vero e proprio boom industriale, con un incremento nel settore agricolo che non ha eguali forse in nessun'altra parte del mondo. L'importazione di nuove tecnologie ha sicuramente favorito questo sviluppo, al punto da rendere il Cile il paese di punta tra gli emergenti, con una produzione che raggiunge i 500 milioni di bottiglie, su un territorio vitato di oltre 120.000 ettari. Più del 40% del prodotto vinicolo viene esportato, non è ormai difficile trovare negli scaffali dei supermercati italiani bottiglie di vino cileno. Questa terra ha una struttura complessa per la coltivazione della vite, infatti si passa in uno spazio di poche centinaia di chilometri, dalle coste dell'Oceano Pacifico ai 6.000 metri della Cordigliera delle Ande. Questo particolare aspetto della conformazione cilena ha impedito che i vigneti venissero attaccati dalla fillossera, consentendo ancora oggi di poter fare a meno degli innesti sulle barbatelle di vite, a tutto vantagio della qualità e longevità varietale. Non è infatti raro imbattersi in vigneti con piante centenarie, in grado di fornire ancora ottimi vini. Negli ultimi anni è andata anche migliorando la qualità media del prodotto, che trova i suoi punti di forza nel Cabernet Sauvignon e nel Carmenère del Maipo, negli Chardonnay, Sauvignon e Pinot Noir di Casablanca. I vigneti cileni si estendono per 480 km. lungo la Gran Vallata Centrale, vengono tutti irrigati.

 
1) Aconcagua: è la più settentrionale delle regioni vinicole cilene.
2) Bio-Bio: questa è invece la più meridionale, piuttosto piovosa. Offre ottimi Pinot Noir e bianchi da Chardonnay e Sauvignon.
3) Casablanca: si trova tra Santiago e la costa, è una regione fresca, con scarse piogge e necessita di irrigazione a goccia. Offre splendidi Chardonnay e Sauvignon, ma anche Merlot e Pinot Noir in crescita.
4) Curicò: zona centrale, delimitata a nord dal Rio Mataquito.
5) Maipo: a sud di Santiago, è la più antica regione vitivinicola cilena, mediamente temperata. Qui nascono i più grandi Cabernet Sauvignon e Franc.
6) Maule: confinante con la Valle di Curicò, è la regione più a sud della Valle Centrale. Comprende le valli Claro, Loncomilla e Tutuven.
7) Rapel: è la regione centrale, divisa tra la valle del Colchagua e la valle del Cachapoal. Il miglior prodotto della zona è il Merlot.
8) Rio Itata: valle attraversata dal fiume omonimo, dopo Bio-Bio è la regione vinicola più a sud.

 

I VINI CILENI CONQUISTANO IL MONDO

"Nettare degli dei, conforto dei mortali, il vino è una meravigliosa pozione che ha il potere di allontanare le preoccupazioni e di offrirci, anche solo per un istante, la visione del paradiso", così Isabelle Allende, scrittrice, argentina di nascita ma cilena di adozione, descrive il vino nel suo libro "Afrodita". In particolare il vino cileno, dalla forte personalità, dal gusto corposo e profumato, dal colore vivo e acceso, dal profumo forte e inebriante merita una menzione speciale in quanto frutto prezioso di una terra bellissima, ancora isolata per buona parte da deserti, montagne altissime, ghiacci e venti.
Un isolamento che nel 1878 ha salvato buona parte dei produttori di vino del mondo; in quell'anno infatti la fillossera, un fungo parassita, devastò i vigneti di quasi tutto il mondo europeo e nordamericano, mentre il Cile ne rimase completamente indenne, grazie appunto al suo naturale isolamento. 


E fu così che grazie alla reintroduzione dei ceppi originari proprio dal Cile (pinot, chardonnay, cabernet e sauvignon, importati dall'Europa nel Cinquecento) venne salvata la produzione mondiale.
Il vino cileno è l'unico al mondo derivante da viti provenienti da fusti originali e non da innesti: le viti infatti possono essere piantate direttamente in terra con le loro radici naturali senza far quindi uso di portainnesto. Le viti derivano dalla vinis vinifera, portata dai Gesuiti e Francescani a metà del Cinquecento con la finalità di ottenere del vino per la celebrazione delle sante messe… venne invece usato soprattutto per assoggettare gli indios e per sterminarli, e da Cortés l'invasore spagnolo il quale fece piantare un vitigno che si chiama Paìs (in Argentina viene chiamato Criolla mentre in California è chiamato Mission) che ancora oggi conta per un terzo del raccolto.

 

 

 

 

Quando due secoli più tardi le grandi colonie spagnole ottennero l'indipendenza, le grandi famiglie proprietarie terriere,(primo fra tutti Don Silvester Ochagavìa che si dedicò con passione alla coltivazione del vino, che qui ha trovato un ambiente ecocompatibile), sostituirono alle varietà spagnole i vitigni francesi del Bordeaux e delle Borgogna, divenendo i più esperti nell'arte dell'invecchiamento e del barrique.   onostante si respirino ancora le atmosfere coloniali, queste antiche aziende vinicole si sono aggiornate tecnologicamente. I primi segni di cambiamento si ebbero quando José Canepa, capo di una famiglia di frutticolturi di origini italiane, per primo introdusse l'uso su larga scala di cisterne in inox seguendo il consiglio di Ernest & Julio Gallo, un'altra famosa famiglia di viticoltori di origini italiane residente in California. Contemporaneamente anche Miguel Torres, della famosa famiglia spagnola dei Torres, decise di investire in Cile; iniziò con la prima cisterna inox nel lontano 1979. Queste prime innovazioni tecnologiche, anche se in scala limitata, rivalutarono l'importanza del prodotto e riuscirono ad innescare una positiva reazione a catena incoraggiando tutta una serie di nvestimenti da parte di altre aziende sia nazionali che straniere.


Tali antiche aziende sono dunque ancora produttrici di vini apprezzati e conosciuti come il Santa Rita, Concha y Toro, Erraruiz, Tarapacà, Undurraga; esse si trovano tutte nella

 

Valle del Maipo, poco a sud di Santiago.

Il segreto dell'ottima produzione cilena sta nel particolare microclima di queste terre; le aree viti-vinicole cilene si sviluppano su 1400 km, tra il 27° e 39° parallelo. Le dimensioni, geografia e geologia delle aree a vigneto includono una grande varietà di condizioni micro-climatiche come pure
una grande varietà di metodi di viticoltura. Le caratteristiche climatiche principali sono le seguenti: clima mediterraneo, piogge concentrate nel periodo invernale, lungo periodo asciutto a partire dalla fine della primavera fino alla fine dell'autunno, grande differenza di temperatura diurna/notturna, medio-bassa umidità durante l'estate ...tutte caratteristiche che consentono una perfetta maturazione dell'uva, con vigneti sempre irrorati dall'acqua pura proveniente delle Ande. Un interessante "via del vino cileno" è possibile fare percorrendo la Panamericana, la strada che da nord a sud taglia le haciendas e i terreni ricchi di vigneti coltivati per un terzo a vino bianco, sauvignon e chardonnay e per due terzi a vin rosso (vino tinto) per lo più cabernet sauvignon. La zona che attira i visitatori di tutto il mondo, curiosi ed intenditori insieme, è in particolare la Valle di Colchagua, che i cileni chiamano la Ruta del vino; è questa una zona di circa 30 Km " scrigno baciato dal sole" nel vero senso della parola, racchiudente la migliore produzione vinicola del paese. Ognuna di queste cantine ha decenni di storia e tradizione tramandate di figlio in figlio, preziose conservatrici dunque di un patrimonio divenuto mondiale. La prima domenica di Marzo si tiene a Santa Cruz la festa della vendemmia ; la piazza del paese sembra un'unica, grande e festante cantina nella quale ogni azienda ha un proprio spazio in cui far assaggiare la migliore produzione. Qui con un bicchiere vuoto in mano (pagato all'entrata) si procede di stand in stand, di mescita in mescita degustando gratuitamente ogni vino qui offerto e assaggiando le specialità culinarie del paese come le famose "empanadas de queso o de carne".    

 

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Gli Italiani in Cile

 



Gli italiani sono presenti in Cile fin dal XVI secolo, dai tempi della conquista spagnola. L'ammiraglio genovese Giovanni Battista Pastene (Juan Bautista Pastene; 1507-1580) partecipò alla conquista della terra al servizio della corona spagnola nella esplorazione delle coste e in supporto alla spedizione di Pedro de Valdivia. Fu anche governatore di Santiago e Valparaiso.

L'emigrazione italiana nel Cile, tuttavia, rimase limitata ad alcune decine di Italiani durante i secoli della colonia spagnola. Tra di loro si se gnala la presenza dell'architetto Gioacchino Toesca, che alla fine del XVIII secolo fu chiamato a progettare i grandi edifici pubblici della capitale Santiago, come il Palazzo La Moneda.

Dopo l'indipendenza nel 1818, il governo cileno incoraggiò l'emigrazione europea, ma senza ottenere i risultati della vicina Argentina. La prima ondata di italiani arrivò in Cile nei primi decenni del XIX secolo e si fece più cospicua verso la fine del secolo, quando si ebbe un consistente flusso migratorio di Liguri verso l'area di Valparaiso, dove arrivarono a controllare il 70% del commercio cittadino. Questi emigranti fondarono il Corpo di Vigili del Fuoco (battezzato "Cristoforo Colombo") della città e la sua "Scuola Italiana Arturo Dell'Oro", il cui edificio è stato dichiarato dal governo cileno Monumento Histórico Nacional.
La Plaza Baquedano di Santiago del Cile viene comunemente chiamata Piazza Italia.  Alla fine del secolo XIX numerosi commercianti italiani si radicarono nella zona settentrionale di Arica, dove iniziava lo sfruttamento delle ricche miniere di salnitro. Parallelamente si installarono numerose famiglie italiane nella capitale Santiago, a Iquique, Copiapó, Concepción ed a Punta Arenas.
Nel 1904 vi fu un'emigrazione pianificata di 700 emigranti emiliani in una cittadina dell'Araucanía, che fu chiamata "Colonia Nueva Italia" e che ora si chiama Capitan Pastene. In totale, in tutta la zona centro-meridionale del Cile si trapiantarono ai primi del Novecento 7.700 Italiani.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, alcuni Italo-cileni tornarono come volontari in Italia, come l'aviatore Arturo Dell'Oro deceduto sui cieli di Belluno nel 1917, al quale è intitolata a Valparaiso una delle principali scuole italiane nel Cile.
Dopo la prima guerra mondiale si può dire conclusa l'emigrazione di massa dall'Italia. Gli italiani hanno contribuito a creare la nazione cilena, specialmente nel campo del commercio e dell'agricoltura. Gli italiani, ad esempio, insieme con i francesi, hanno introdotto la coltivazione dei famosi vini cileni da haciendas nella Central Valley. Ma l'influenza degli italo-cilena si estende anche al campo delle arti, della musica con Domenico Brescia, insegnante al conservatorio di Santiago, alla pittura di Camilo Mori. In anni più recenti l'imprenditore italiano Anacleto Angelini (1917-2007), giunto dall'Italia nel 1948, ha creato una delle imprese più grandi e più ricche del Sud America (ora AntarChile AC).

Indubbiamente la famiglia italiana che più si è distinta nel Cile è quella degli Alessandri. Giuseppe Pietro Alessandri Tarzo venne nell'Ottocento dalla Toscana come Console del Regno di Sardegna, a Santiago. Tra i suoi discendenti vi sono due presidenti del Cile, Arturo Alessandri (1920-1925 e 1932-1938) e Jorge Alessandri (1958-1964) , e numerosi altri politici, fino al presente.  I cittadini italiani oggi (2012) residenti in Cile sono ufficialmente 52.006 (includendo coloro con doppio passaporto).
Il numero è considerevolmente più alto qualora si considerino gli oriundi italiani, ovvero i cileni di origine italiana. Si ritiene che almeno 150.000 dei 17 milioni di persone oggi residenti in Cile siano di origine italiana. Secondo altre stime giungerebbero fino a 800.000 i residenti cileni con qualche (lontana o vicina) ascendenza italiana, includendo gli Italo-argentini trapiantati nel Cile.

La lingua italiana viene promossa dalla sezione cilena della Dante Alighieri, mentre la stampa italiana conta con:

    La Gazzetta Italiana nel Cile, bimestrale (Santiago del Cile), direttore Nadir Morosi.
    Presenza, quindicinale (Providencia, dal 1969), editore e direttore editoriale Giuseppe Tommasi (Padri Scalabriniani).

Vi sono alcune scuole italiane nel Cile (le più importanti si trovano a Santiago, la "Vittorio Montiglio" ed a Valparaiso, la "Arturo Dell'Oro" ed alcune organizzazioni tutelano e servono la comunità italiana.

 

 


Capitán PasteneFoto


 

 

Nella località del meridione cileno chiamata Capitan Pastene si trova attualmente una piccola concentrazione di 2.000 Italo-cileni, che costituiscono la quasi totalità della popolazione locale e che mantengono qualche parola del dialetto italiano dei loro antenati emigrati.

Infatti nel 1904 circa 100 famiglie dalla provincia di Modena vi si trasferirono, in forma organizzata dal governo cileno, per popolare un'area recentemente pacificata dalle truppe cilene nella loro guerra contro le tribù araucane.[8]

Queste famiglie fondarono la "Colonia Nueva Italia", che attualmente si chiama Capitan Pastene e che sta vivendo un revival turistico basato sulla cultura italiana ancora presente nella cittadina.

 

 


Italo-cileni famosi

    Arturo Alessandri, Presidente del Cile (1920-1925 e 1932-1938).
    Jorge Alessandri, Presidente del Cile (1958-1964).
    Anacleto Angelini, industriale.
    Andrés Bianchi, economista, PhD Università di Yale, ex Presidente della Banca Centrale del Cile.
    Cecilia Bolocco, presentatrice TV, Miss Universo 1987.
    Diana Bolocco, giornalista.
    Hortensia Bussi, moglie del Presidente Salvador Allende.
    Pedro Carcuro, giornalista sportivo.
    Claudia Conserva, attrice e presentatrice TV.
    Vittorio Corbo, economista, PhD del Massachusetts Institute of Technology, ex Presidente della Banca Centrale del Cile.
    Atilio Cremaschi, calciatore.
    Carlo de Gavardo, pilota motociclistico.
    Fernando González, ex tennista, medagliato olimipico.
    Soledad Onetto, giornalista e presentatrice TV.
    Manuel Pellegrini, allenatore di calcio.
    Cristopher Toselli, calciatore.
    Humberto Trucco, Presidente della Corte Suprema di Giustizia del Cile (1934-1937 e 1944-1950).
    Manuel Trucco, politico, ingegnere, Vice Presidente della Repubblica del Cile (1931).









Arturo Alessandri Palma

 

 

 

 

(Longaví, 20 dicembre 1868 – Santiago del Cile, 24 agosto 1950) è stato un avvocato e politico cileno.


Fu presidente del Cile per due mandati, il primo dal 23 dicembre 1920 al 1º ottobre 1925, con un'interruzione tra il 12 settembre 1924 e il 12 marzo 1925, e il secondo dal 23 dicembre 1932 al 23 dicembre 1938. Padre del futuro Presidente Jorge Alessandri Rodríguez.








 

Hortensia Bussi

 

 

Hortensia Bussi Soto, conosciuta anche come Hortensia Allende o La Tencha (Valparaíso, 22 luglio 1914 – Santiago del Cile, 18 giugno 2009), è stata una first lady cilena, moglie del Presidente del Cile Salvador Allende Gossens
Laureata in Storia e Geografia all'Universidad de Chile sposò Allende il 17 marzo 1940. Dall'unione ebbe tre figlie: Carmen Paz, Beatriz e Isabel. Dopo il colpo di stato del 1973 fu esiliata in Messico da cui denunciò a tutto il mondo le atrocità e le violazioni dei diritti umani della dittatura militare
di Pinochet. Ritornò in Cile il 24 settembre 1988.










 

 

 

 

 

 

 

 

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